Il numero magico è 39. Se volete mantenervi in salute, sia a livello fisico che mentale, meglio non superare le 39 ore settimanali di lavoro. A suggerirlo è oggi uno studio che arriva dall’Australia che ha analizzato i dati di oltre 8,000 lavoratori provenienti dalla Household, Income and Labour Dynamics in Australia Survey.
Superare i vecchi limiti. Il rischio per la salute, sottolineano i ricercatori, emerge restando nei limiti delle 48 ore settimanali fissate a livello internazionale anni fa. Non parliamo quindi del workaholism, quell’incapacità di staccarsi dal proprio lavoro, lavorando ben oltre il necessario e richiesto: una vera e propria dipendenza che porta a trascurare famiglia, amici e salute, e aumenta il rischio di soffrire di rabbia, pessimismo, e scoraggiamento, come avevano suggerito anche alcuni studi italiani. Anche rimanere nelle regole può essere dannoso. “Lavorare per molte ore”, racconta Huong Dinh della Australian National University Research School of Population Health, a capo dello studio, “erode la salute mentale e fisica, perché lascia meno tempo alle persone per mangiar bene e per curarsi a dovere di se stessi”.
Le 39 ore settimanali. Il limite di 48 ore, scrivono gli autori nello studio, pubblicato su Social Science & Medicine, risale a un periodo in cui a lavorare (pagati) erano soprattutto gli uomini, mentre le donne rimanevano a casa a curare casa e famiglia, impegnate nei lavoro domestici (non retribuiti). È chiaro che ormai da tempo le cose son cambiate e le donne, così come alcuni uomini, combinano il lavoro con le attività domestiche e la cura dei figli. E quel limite di 48 ore comincia a essere decisamente antiquato. Per lui, ma soprattutto, ancora, per lei: “Nonostante le donne siano, in media, qualificate come gli uomini, generalmente hanno lavori meno retribuiti, meno autonomia rispetto agli uomini, e spendono molto più tempo per la cura della famiglia e il lavoro domestico”, ha spiegato Dinh. Così se per tutti, uomini e donne, la soglia delle 39 ore settimanali è quella critica, dopo la quale la salute mentale e fisica comincia a calare, discorso diverso andrebbe fatto per i due generi. Per le donne, continua Dinh, pesando tempo, fatica e risorse che spendono fuori del luogo di lavoro, quel limite dovrebbe scendere a 34 ore settimanali. Per gli uomini il limite potrebbe toccare invece quasi le 47 ore settimanali, sempre ammettendo che spendano meno tempo per la casa e la famiglia rispetto alle donne.
Repubblica – 7 febbraio 2017