L’obiettivo del Governo è quello di estendere gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori (circa 12 milioni) e, dunque, il sistema potrebbe essere necessariamente meno generoso.
Lo ha detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero, illustrando questa sera ai sindacati le linee guida della riforma degli ammortizzatori che entrerà comunque in vigore non prima di 18 mesi.
L’incontro – il quinto sul delicato tema – si è svolto presso la sede del ministero del Lavoro, in via Flavia, e ha segnato un nuovo round tra Governo e parti sociali per la riforma del mercato del lavoro. Il ministro Fornero ha chiarito fin dalle battute iniziali che «È ferma intenzione portare in porto l’accordo con le parti. C’è una determinazione molto seria». In base alle indicazioni fornite da Fornero, le persone attualmente escluse dal sistema degli ammortizzatori sociali sarebbero sette milioni. Il ministro ha fornito un quadro particolareggiato nei diversi settori: le coperture contributive, quelle figurative e le risorse disponibili per quest’anno e il prossimo.Al via il confronto su ammortizzatori sociali e flessibilità in entrata
Ammortizzatori sociali e flessibilità in entrata sono stati due tra i principali argomenti all’ordine del giorno. «È ferma intenzione del ministro – ha esordito il ministro del Lavoro davanti alle parti sociali – condurre in porto un accordo, c’è una determinazione molto seria. Perché – ha aggiunto – serve la consapevolezza che la riforma non serve ad accontentare il governo o qualche partito, ma che stiamo facendo il bene del Paese». Il governo è stato rappresentato, oltre che da Fornero, dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Presenti anche i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl (Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella), la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e i rappresentanti di Abi, Ania, Rete Imprese Italia e Alleanza delle cooperative.
Camusso: nuovi ammortizzatori dal 2017
Per la riforma degli ammortizzatori sociali ci sarà una «transazione di 5 anni, un lungo periodo», ha detto al termine il segretario generale della Cgil, Camusso, aggiungendo che la data per «i nuovi ammortizzatori è quella del 2017». «Ci può essere un intreccio, ma comunque ci sarà gradualità», ha detto. «Finché non ci dicono quante risorse ci sono – ha poi aggiunto Camusso – è impossibile andare avanti. Dire che rimarranno invariate significa ridurre le tutele e questo non va bene».Angeletti: non si può dire questi sono i soldi, spartiteveli
Una critica condivisa anche dalla Uil. «Senza risorse vuol dire che il sistema si reggerà solo sui contributi di imprese e lavoratori e questo non è possibile, non è cosi neanche negli Stati Uniti», ha detto Angeletti, precisando come «non ci siano obiettivi diversi tra noi, le imprese e il governo ma la questione fondamentale restano le risorse». «Non si può partire dallo schema “questi sono i soldi e spartiteveli”. Se è così noi questo accordo non lo possiamo fare». Una questione posta con determinazione anche dalla Cisl.
«Ci si deve dire quali requisiti devono avere coloro che utilizzeranno questa tutela, quanto denaro prenderanno e per quanto tempo», ha chiesto Bonanni, che lega la riforma degli ammortizzatori indissolubilmente alla lotta contro la flessibilità malata. Critiche anche dall’Ugl. «È una riforma fredda, fuori dal contesto sociale e non è ancora chiaro cosa il governo intende fare. La proposta così com’è può creare gravi disagi. Servono risposte precise sulle risorse», avverte il leader Giovanni Centrella.
Pace fatta tra sindacati e Marcegaglia
Infine, al termine del tavolo sulla riforma del mercato del lavoro c’è stato il baciamano del leader della Cisl, Bonanni, al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a siglare la pace dopo le affermazioni della leader degli industriali sulla necessità di licenziare «ladri e fannulloni». Mentre tra il numero uno di viale dell’Astronomia e Camusso c’è stata una stretta di mano. Marcegaglia ha spiegato ai leader sindacali che le sue parole sono state estrapolate da un contesto più ampio.