Saranno pure teneri e carezzevoli quanto volete, ma sono dei piccoli sterminatori di biodiversità, che è bene rimangano confinati in casa per non distruggere l’ecosistema, già fragile, dell’Australia. È questo lo spirito che ha portato il governo del Paese dei canguri a proporre una stretta contro i felini da compagnia: tra le misure ventilate spiccano il coprifuoco notturno, la sterilizzazione e il limite al numero di gatti che si possono possedere.
«La notizia può far sorridere, ma il problema qui da noi è molto serio. Si stima che i gatti, sia selvatici che domestici, uccidano oltre due miliardi di animali endemici ogni anno », spiega Sarah Legge, docente di ecologia alla Australian National University e autrice di molti studi sul tema. «Noi li consideriamo una specie invasiva: sono stati introdotti dai coloni europei nel diciottesimo secolo, e da allora hanno iniziato a fare strage di piccoli mammiferi e di uccelli che non erano stati dotati dall’evoluzione di difese contro quel predatore imprevisto». Ad oggi tra le grinfie dei “mici” si sono estinte ben 34 specie di mammiferi australiani, e 57 sono le specie attuali che il governo considera da loro minacciate. «Da questo punto di vista siamo piuttosto suscettibili, purtroppo l’Australia ha il record mondiale per il numero di estinzioni di mammiferi nei tempi moderni», ricorda Sarah Legge. «Tra le tante specie distrutte dai gatti, una delle più iconiche era il Chaeropus, un piccolo marsupiale che assomigliava a un topolino, ma saltellava come un canguro ». Non saltellava però abbastanza in fretta, evidentemente, per quelle macchine da guerra, solo in apparenza pigre e sornione, che in molti abbiamo in casa. «Il problema è aggravato dalla prolificità dei gatti. L’impatto peggiore è stato quello dei randagi, ma pure i domestici sono una minaccia».
Anche se le nuove misure proposte dall’esecutivo, aperte alla pubblica discussione fino a dicembre grazie a un sito governativo, sarebbero le più restrittive di sempre, bisogna dire che il gatto è già da tempo tra i “soliti sospetti”: «Negli ultimi due anni si sono moltiplicati gli inviti del governo ai possessori di gatti perché li facciano registrare e dotare di microchip. E già oggi un terzo li tiene al chiuso sempre».
Imporre per legge un vero coprifuoco viene considerato una misura necessaria, approvata anche da biologi ed ecologi, per la difficoltà che i possessori possono avere nel rendersi conto del problema. Vedendo questi animali così coccolosi, ci risulta difficile immaginarli nelle vesti di Terminator: «Per questo, grazie auno studio, sono stati attaccati dei dispositivi Gps e delle webcam a gatti domestici sulla cui inoffensività i proprietari erano pronti a giurare. E si è visto che in molti casi di notte riuscivano a uscire di casa, all’insaputa dei padroni, e andavano a compiere stragi». Il coprifuoco notturno potrebbe dunque essere addirittura una misura insufficiente: «Dipende da quali specie si vogliono proteggere. In Australia i piccoli mammiferi, quelli più minacciati, sono soprattutto notturni. Mentre di giorno i gatti predano per lo più gli uccelli».
La strategia del governo è rigida ma nessuno pensa a una eradicazione totale. «Diversa è la questione sulle isole – conclude Legge – la più grande da cui sono stati eradicati i gatti, anche per la tutela degli uccelli marini, è la Dirk Hartog Island, 628 chilometri quadrati. E c’è l’ambizione di rendere “gatto-free” anche altre isole». Misure necessarie per impedire che la polifonia di versi, squittii, trilli, gorgheggi e cinguettii venga sostituita da un unico, assordante e definitivo “miao”.
Repubblica