Manca solo l’ultima firma, in programma la prossima settimana, poi la toscana Alival – produttore di formaggi tipici della tradizione italiana con un fatturato di circa 200 milioni di euro – passerà dalla famiglia lucchese Fanucchi sotto il controllo totale (100%) di Dante Bigi, imprenditore di Reggio Emilia titolare della Nuova Castelli, gruppo caseario-ittico da 400 milioni di euro e 1.400 dipendenti nel mondo, leader nell’export di Parmigiano reggiano.
Un’acquisizione da inquadrare all’interno di una complessiva riorganizzazione societaria cui Bigi sta lavorando, assistito dall’advisor McKinsey, e che conta di definire entro fine anno, con l’obiettivo di arrivare al traguardo della quotazione in Borsa.
Operazione ambiziosa che da un lato risolverebbe il problema del passaggio generazionale per la Nuova Castelli di Bigi, dall’altro proietta il nascente gruppo alimentare su dimensioni competitive globali, con un fatturato di 700 milioni nel 2014 e un portafoglio prodotti diversificato. «Entro dicembre riceverò le offerte d’acquisto vincolanti – afferma l’imprenditore reggiano – e poi sceglierò guardando non solo all’offerta economica, ma ai progetti di crescita».
Bigi non manda giù l’idea che ci vogliano due anni per un timbro su un progetto quando a lui basteranno pochi mesi – prevede – per riportare in utile Alival. «È più di vent’anni che lavoro con loro, li conosco bene, Nuova Castelli è stata loro esclusivista in Europa per la vendita di mozzarelle, garantendo 35 dei 200 milioni del fatturato annuo».
Il gruppo toscano, con sede a Ponte Buggianese (Pistoia) e stabilimenti a Porcari (Lucca) e in varie parti d’Italia, 600 dipendenti, produce pecorino, provolone, caciotta, mozzarella, mascarpone, burro, sia con marchi propri che in conto terzi. Negli ultimi anni ha visto crescere il fatturato, ma l’indebitamento resta rilevante tanto che da tempo si parlava di necessità di ricapitalizzazione. La vendita è nell’aria da giorni: sabato scorso i dipendenti pistoiesi hanno fatto un presidio spontaneo di fronte allo stabilimento, proprio mentre si teneva un cda con all’ordine del giorno le dimissioni di alcuni vertici aziendali, mentre i sindacati hanno chiesto un incontro alla proprietà. Anche se in realtà la vendita non sorprende più di tanto: già all’inizio del 2012 l’ad di Alival, Luigi Fici, aveva ipotizzato proprio al Sole 24 Ore che l’azienda potesse aprire il capitale ad aziende sinergiche.
Il Sole 24 Ore – 23 novembre 2013