È la cifra che l’erario deve alle cooperative venete. I rappresentanti delle aziende al “Vinitaly” hanno incontrato il ministro dell’Agricoltura: «Sarò io il vostro sindacalista a Roma con Grilli»
I mesi passano, ma lo Stato non paga. E il credito-Iva non riscosso da parte delle latterie aumenta. Tanto che alla fine del mese Latterie Vicentine, Centrale del latte e latterie di Soligo vanteranno nei confronti dell’erario rimborsi inevasi per la cifra “monstre” di 18 milioni di euro. «Alla nostra cooperativa spetteranno almeno 10 milioni di euro – dice Gianni Pinton, presidente delle Latterie Vicentine – alla Centrale del latte quasi 6 e alle latterie di Soligo altri 2 milioni. La situazione, insomma, si sta facendo sempre più insostenibile». E così, ieri, i responsabili delle cooperative produttrici del latte hanno chiesto e ottenuto un incontro con il ministro dell’Agricoltura Mario Catania, di passaggio a Vinitaly. Un “rendez-vous” avvenuto all’interno di Verona Mercato in cui l’esponente del governo-Monti ha recepito le richieste degli imprenditori del latte e, almeno a parole, promesso un suo immediato intervento per cercare di sbloccare la situazione. «Sarò il vostro sindacalista a Roma», avrebbe ripetuto Catania ai responsabili delle cooperative. Che intanto però continuano a veder crescere i propri crediti nei confronti dello Stato. «Il Ministro era accompagnato dall’onorevole Gianni Dal Moro (PD) – riprende Pinton – Gli abbiamo presentato il dossier che abbiamo raccolto in questi mesi. Ci ha ascoltato ed è stato molto disponibile. Abbiamo parlato per pochi minuti, ma siamo riusciti a esporgli l’intero quadro. Ci ha detto che sottoporrà la questione al vice ministro al Tesoro Grilli che di fatto detiene la cassaforte del governo. A noi comunque Catania è parso consapevole del problema che ci troviamo, ormai da mesi, ad affrontare». E che al momento, però, non ha ancora trovato una soluzione. Gli appelli (prima dei sindaci del territorio al prefetto di Vicenza, quindi l’intervento dei consiglieri regionali) si sono spenti nel silenzio. Ora rimangono sul tavolo un’interrogazione parlamentare bipartisan (in attesa di risposta) e soprattutto la promessa “sindacale” del Ministro dell’Agricoltura. Le ultime carte da giocare prima di un inevitabile ricorso alla magistratura amministrativa. «Ma sarebbe davvero paradossale dover arrivare a tanto – osserva il presidente delle Latterie Vicentine – andare in causa contro lo Stato per farci riconoscere un diritto che proprio lo Stato deve erogarci. Noi quindi speriamo la vicenda si concluda positivamente senza bisogno di finire davanti a un giudice. Però è chiaro che se non ci dovesse rimanere altra via, lo faremo». I rimborsi Iva milionari da mesi inevasi rischiano di strangolare aziende sane, con bilanci in regola e soprattutto in utile. E di ripercuotersi con effetti catastrofici sulle famiglie dei dipendenti delle cooperative protagoniste della vicenda. Solo le Latterie Vicentine, infatti, hanno 500 soci e più di 130 dipendenti. «La cosa ulteriormente triste è che tutti i nostri crediti Iva sono certificati – sottolinea Gianni Pinton – Non dobbiamo produrre nessun altro certificato o nota per dimostrare nulla di più. È tutto assolutamente in regola. La nostra cooperativa è sana, ma 10 milioni di euro (specialmente in questo periodo) sono tanti. Tra l’altro non possiamo nemmeno contare sull’appoggio delle banche: non sono in grado di far fronte a situazioni finanziarie di questo genere». Che si aggravano con il passare delle settimane portando il debito dello Stato (nei confronti delle latterie) a gonfiarsi sempre più. «Non vogliamo dover bloccare le strade e il traffico per farci ascoltare – conclude il presidente delle Latterie Vicentine – e nemmeno manifestare sotto ai palazzi governativi. Noi stiamo ancora seguendo il percorso istituzionale, però è chiaro che qualcosa a questo punto deve cambiare».
RISCHIO ALTRE MULTE Il ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, lancia l’allarme sul rischio-sforamento delle quote latte in Veneto: «In vista del 31 marzo siamo ai limiti – afferma – e purtroppo la legge del 2009 fatta all’epoca dal ministro Luca Zaia è un provvedimento-tagliola perché basta uno sfondamento minimo per rendere inapplicabili integralmente le penalità nei confronti per tutta una serie di categorie di produttori che hanno sforato durante l’anno e ai quali però non si applicherà la compensazione». L’auspicio del Ministro è che, consapevoli di questo fatto «molti produttori e molte cooperative – aggiunge Mario Catania – nelle ultime settimane rallentino la produzione. Basterebbe questo per consentire di non superare la quota. Spero venga fatto».
Il Giornale di Vicenza – 28 marzo 2012