Un disegno strategico per l’Europa con la creazione dell’Ocm latte per contenere la produzione e il rafforzamento degli interventi in Italia. Nella strategia anticrisi per il latte l’Italia «tallona» la Francia. A breve potrebbe arrivare l’accordo con l’Abi per la moratoria dei debiti degli allevatori italiani. Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, alla vigilia del consiglio agricolo Ue, in programma lunedì, anticipa nuove misure per affrontare la crisi del settore lattiero caseario.
«A livello nazionale – dichiara Martina – stiamo lavorando per la moratoria sui debiti degli allevatori, che andrà a rafforzare il nostro intervento con il Fondo Latte da 53 milioni per la ristrutturazione dei debiti e per gli investimenti delle aziende lattiere. È uno strumento che può dare respiro alle aziende e aiutare ad affrontare una fase molto complessa. Anche per questo è fondamentale che da Bruxelles arrivi il via libera per portare a 30mila euro la soglia degli aiuti ai produttori (un intervento chiesto dall’Italia nel position paper presentato alla Commissione ndr)».
Una boccata d’ossigeno salutare per le stalle. Già con l’attivazione del fondo un’azienda con un debito in scadenza entro l’anno di 100mila euro, in coordinamento con gli strumenti Ismea, può ottenere una ristrutturazione su 5 anni del debito, non pagando la garanzia (costo 2 mila euro) e abbattendo di 13mila euro gli interessi. Si passerebbe così da un onere di 21mila euro a 6mila con un risparmio del 70%. E con il raddoppio del «de minimis» l’intervento può essere rafforzato.
Con le altre misure già messe in campo, dalla cancellazione di Imu e Irap, all’aumento della compensazione delle percentuali Iva per il latte, dagli aiuti accoppiati alla zootecnia, ai 25 milioni Ue concentrati sugli allevatori, fino all’ accordo con Intesa Sanpaolo per il credito e all’intesa con l’Enel per abbattere i costi dell’energia, prende corpo così un’operazione di ampio respiro.
Ora però i riflettori sono puntati su Bruxelles, dove Martina sosterrà con forza interventi strutturali. «C’è bisogno di un salto di qualità nella risposta che l’Europa dà ai settori agricoli in crisi. Non si può continuare – sottolinea il ministro – a mettere in campo solo interventi tampone da 5/6 mesi, che sono necessari ma non risolutivi. Nel caso del latte siamo davanti a una crisi strutturale, che è europea, dipende da fattori internazionali e dal fatto che è mancata una strategia comune di uscita dal regime trentennale delle quote. Lunedì a Bruxelles l’Italia arriva con proposte per il breve periodo, ma soprattutto con un disegno strategico che affronti i nodi irrisolti della questione lattiera». Due i pilastri della proposta strutturale italiana: etichettatura e Ocm Latte. «Sul primo punto – dice Martina – abbiamo finalmente incassato l’appoggio anche della Francia, che condivide la nostra idea di rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine per valorizzare i prodotti lattiero caseari. Sul secondo proponiamo un’innovazione che sia in grado di rispondere all’esigenza di riorganizzare il settore lattiero europeo a seguito dell’uscita dal regime delle quote latte. Come è stato fatto con il vino che aveva un problema di eccesso di produzione e di frammentazione dell’offerta, proponiamo di creare una Ocm Latte da discutere già nella revisione della Pac al 2017». Con i partner Ue Martina dunque vuole avviare subito il confronto su « questo strumento, non più rinviabile e che deve essere gestito con plafond nazionali e massima flessibilità».
Annamaria Capparelli – Il Sole 24 Ore – 13 marzo 2016