Continuano le frodi sul latte in Cina: l’ultima notizia è il sequestro di 26 tonnellate di latte in polvere contaminato. Un veleno che tre anni fa aveva ucciso sei bambini
Il veleno è sempre la melammina, lo stesso che nel 2008 ha ucciso almeno sei bambini e ne ha mandati all’ospedale migliaia. Questa sostanza viene aggiunta dolosamente a latte scadente diluito con acqua per simulare una maggiore presenza di proteine e mascherare la cattiva qualità.
L’ultima partita di latte in polvere arricchito con melammina sequestrata, era stata comprata a un prezzo assai inferiore rispetto alle quotazioni di mercato, in quanto grumosa e d’annata. Il grossista, a sua volta, l’aveva acquistata nel 2009 da un produttore della Mongolia che nel frattempo ha cessato l’attività.
La notizia dell’ennesima frode arriva a poche settimane dalla contaminazione volontaria di latte con nitriti – notizia riportata anche da Ilfattoalimentare.it – costata la vita a tre bimbi con meno di due anni e il ricovero di altri 39.
La Cina è lontana e le esportazioni di alimenti di origine animale in UE sono vietate per cui non c’è alcun rischio per nostra salute. Ma non si può fare a meno di segnalare la gravità di queste frodi nel Paese più popoloso del pianeta, le cui vittime sono in prevalenza bambini.
Si tratta infatti di crimini su larga scala: il 13 febbraio 2011 la China State Council Food Safety Administration ha dichiarato di aver sequestrato nel 2010 oltre 2mila tonnellate di latte alla melammina. Anche Ilfattoalimentare.it aveva dato notizia di uno dei molti ritrovamenti, nel luglio 2010.
Ma in Cina già nel 2005 si era affermata l’espressione “latte al pellame” quando centinaia di operatori delinquenti aggiungevano le sostanze chimiche utilizzate per ammorbidire i pellami, sempre per mascherare la diluizione con acqua aumentando il contenuto di proteine.
Secondo il settimanale Xinmin Weekly, le proteine idrolizzate del pellame permettono di ridurre di almeno il 20-25% il costo di produzione del latte in polvere, e sfuggono facilmente ai controlli. Produttori senza scrupoli, perciò, hanno finto di ignorare che queste sostanze (proteine idrolizzate della pelle, sodio e potassio bicromato, cromo esavalente) sono cancerogene, e i consumatori più vulnerabili sono i bambini.
Del resto, in Cina anche le notizie sono sempre parziali e le cifre su contaminazioni e vittime incerte, poiché filtrate da un regime che filtra le notizie.
Rimane da chiedersi se l’Europa possa fare qualcosa di utile per i consumatori cinesi, in particolare condividere le esperienze di efficace applicazione e dei controlli sulle severe norme a tutela della sicurezza alimentare.
Ilfattoalimentare.it – 3 maggio 2011