L’associazione Freccia45 accusa: sono i primi esemplari destinati ai laboratori italiani dopo il sequestro dell’allevamento di Montichiari. E indicano un istituto di Roma. Che risponde: “Da noi niente vivisezione”
di MARGHERITA D’AMICO. Sono attesi stamattina all’aeroporto di Fiumicino, provenienti dal Belgio, otto beagle destinati alla vivisezione. Intercettati dall’associazione Freccia45, in collaborazione con un coordinamento attivista internazionale, sarebbero i primi cani importati per i laboratori italiani dalla chiusura di Green Hill, l’allevamento di Montichiari che riforniva aziende e centri di ricerca, posto sotto sequestro l’estate scorsa dopo una lunga battaglia animalista e ancora in attesa di giudizio. Destinazione ultima dei beagle sembrerebbe il Researche Toxicology Centre S. p. A. a Pomezia (Roma), incluso nel gruppo Menarini. “Si tratta di una struttura che, tra l’altro, ha richiesto e ottenuto l’autorizzazione in deroga (articolo 9 del D. Lgsl. 116/92) per compiere le cosiddette sperimentazioni senza anestesia,” spiega Susanna Chiesa, presidente di Freccia 45.
Ribattono da RTC: “Qui gli animali vengono utilizzati solo nelle sperimentazioni per cui legge e scienza ne prevedono l’utilizzo obbligatorio ed esclusivo. Sono tenuti in condizioni pienamente rispondenti alle normative vigenti. La cura e l’uso responsabile e etico degli animali vengono assicurati dalla puntuale applicazione delle normative internazionali e nazionali e dal rispetto dei più avanzati standard di qualità.” E aggiungono: “Presso il nostro centro non viene in alcun modo effettuata la vivisezione.” Una dichiarazione che sembra confliggere con i contenuti dello stesso sito aziendale nel quale si descrivono oltretutto test di tolleranza effettuati su ratti,
cani, conigli per via oculare, vaginale, intrarettale, intramuscolare, nonché esperimenti tossicologici ripetuti fino a 52 settimane e impiantistica. E in una relazione che riporta alcuni esperimenti effettuati nel centro di Pomezia si legge: “La fibra è stata inserita attraverso un breve Teflon e connettori posti sul dorso dell’animale per evitare contrazioni muscolari involontarie vicino al punto di campionamento o eventuali sconnessioni della sonda a causa del movimento degli animali. Anestetici locali non sono stati usati, sia durante l’impianto fibra o durante la fase di misura. I cani sono in stato cosciente e immobilizzati in una gabbia apposita solo all’inizio dell’esperimento”.
Capace di ispirare uno straordinario movimento di opinione, l’opposizione a Green Hill è divenuta il simbolo dell’insofferenza popolare verso gli orrori dei laboratori: “Chiediamo che RTC sospenda l’importazione di animali per la vivisezione e faremo di tutto per bloccare l’ingresso di qualsiasi specie destinata ai centri italiani,” promette Susanna Chiesa. Possibile dunque che l’arrivo dei beagle, domattina a Fiumicino, sia accolto da gruppi attivisti.
Repubblica – 7 marzo 2013