La prima tessera del complesso mosaico di attuazione della riforma della pubblica amministrazione del Governo Renzi è andata rapidamente al suo posto.
La circolare del ministro Marianna Madia per rendere operativo dal 1? settembre il dimezzamento dei distacchi sindacali dà il via a un intervento fin qui annoverato nell’elenco delle grandi incompiute nonostante fosse presente fin dai primi anni 90 nell’infinito dibattito sulla riorganizzazione della Pa. Un segnale sicuramente positivo, in attesa di vedere arrivare al traguardo anche la principale gamba della riforma: il disegno di legge delega. Un’ampia delega, da attuare con i necessari decreti legislativi, che interviene sull’assetto del pubblico impiego, dirigenza compresa, e sul sistema dei controlli, ma che di fatto deve ancora cominciare il suo viaggio al Senato.
La circolare sui distacchi anzitutto si colloca nel solco tracciato dalla spending review, ma soprattutto questa misura rappresenta un piccolo passo in avanti per il personale pubblico nella sfida della competitività e dell’efficienza. Una sfida non più rinviabile ed assolutamente da vincere, naturalmente salvaguardando le prerogative sindacali ma anche evitando che queste ultime si prestino a un uso distorto con ricadute negative per il buon funzionamento degli uffici pubblici, e non certo per volontà dei sindacati. Che sicuramente non saranno troppo entusiasti per la determinazione mostrata dal Governo Renzi nell’attuare quel taglio, più volte finito in naftalina, dei permessi e distacchi sindacali. Una determinazione ancora più indispensabile per completare velocemente il mosaico di una riforma che senza una rapida approvazione parlamentare della delega rischierebbe di tramutarsi in un’opera incompiuta e, quindi, nell’ennesimo fallimento.
Marco Rogari – Il Sole 24 Ore – 26 agosto 2014