di Enrico Marro. Un tema è trascurato in questa campagna elettorale: il servizio sanitario nazionale (Ssn). Eppure, giusto l’altro ieri, la commissione sanità del Senato ha concluso un’indagine conoscitiva sul nostro Ssn con un documento approvato all’unanimità, da destra a sinistra passando per il Movimento Cinque Stelle. Bene, cosa dice al primo punto questa relazione? Che il tema della sanità dovrebbe «costituire una priorità dell’agenda dei prossimi anni». Il perché è sotto gli occhi di tutti: la durata della vita si allunga, la società invecchia, aumentano i costi delle cure, le famiglie faticano a farsi carico dell’assistenza dei malati, specie se non autosufficienti. «Il Ssn — si legge — è stato sottoposto a notevoli restrizioni finanziarie, di personale, tecnologiche e strutturali». E ancora: «Crisi economica e restrizioni alla sanità pubblica stanno pregiudicando le condizioni di accesso ai servizi, sopratutto fra le categorie più deboli e nelle Regioni più in difficoltà». Non ci si può consolare con i centri di eccellenza che pure ci sono. «L’obiettivo di una diffusa sanità di buon livello, in cui le eccellenze non si contrappongo alle manchevolezze ma spiccano su una generale buona qualità a disposizione di tutta la popolazione, deve essere una delle priorità».
Secondo la commissione è anche necessario «un Piano straordinario di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie», che l’Italia dovrebbe chiedere sia finanziabile coi fondi strategici del piano Juncker. Urgente pure un intervento sul personale: c’è «il rischio di carenza di professionalità mediche», che tra l’altro hanno raggiunto l’età media di 50 anni. Mancano gli infermieri e «preoccupa l’uso intensivo della forza lavoro, con turni sempre più massacranti e largo impiego di precariato».
C’è carenza di strutture per l’assistenza, anche domiciliare, agli anziani non autosufficienti. Le famiglie lo sanno bene, mentre la campagna elettorale è concentrata su altro. Avanziamo un sospetto: forse perché i politici non passano per gli ambulatori e le liste di attesa del servizio pubblico.
Il Corriere della Sera – 13 gennaio 2018