Repubblica. Sulla strada che conduce l’Italia all’immunizzazione di massa entro l’estate ci sono due ostacoli da superare. Il primo: fare in modo che le Regioni rispettino il target di somministrazioni giornaliere imposte loro dal Commissario all’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo. In questo momento praticamente tutte, chi più chi meno, sono sotto soglia. Il secondo: evitare che si proceda alla rinfusa andando a cercare persone da vaccinare fuori dalle categorie prioritarie indicate dal Governo, e cioè fragili, over 70 ed over 60. «Nessuna deroga al Piano è ammessa», dice Figliuolo, a malapena nascondendo l’irritazione per le iniziative autonome di Campania, Sicilia e Lazio.
«La campagna vaccinale continua con focus su anziani e soggetti fragili», ribadisce, proprio per evitare di interrompere il trend virtuoso degli indicatori della pandemia: decessi, ricoveri ordinari e terapie intensive occupate sono, rispetto al 10 aprile, in calo del 26 per cento, del 34 per cento e del 31 per cento.
In ordine sparso
I problemi principali arrivano da Campania, Lazio e Sicilia. Il governatore Vincenzo De Luca ha scelto la linea dell’attacco frontale al Governo e al Commissario: «Ci troviamo di fronte a una scelta politica delinquenziale sulla gestione dei vaccini» dice, reclamando più fiale per la Campania. Sta portando avanti l’immunizzazione delle grandi isole, come Capri e Ischia, contrariamente a quanto disposto da Figliuolo. «Per rilanciare il turismo », è la spiegazione di De Luca, nonostante nella sua Regione ci siano preoccupanti focolai di contagio. Lazio e Sicilia sono pronte ad aprire le iniezioni ai 50 enni, a partire dal 13 maggio. Secondo le direttive governative, però, prima di farlo avrebbero dovuto completare le altre categorie, raggiungendo una copertura di almeno l’80%. In Sicilia, invece, solo un 70enne su due ha ricevuto la prima dose, e gli over 80 sono al 71,4 per cento: maglia nera in Italia. La Campania sugli over 70 è al 65 per cento, il Lazio al 62,4.
Regioni in ritardo
I vaccini al momento ci sono, abbiamo in frigo 3,2 milioni di dosi e nei prossimi giorni Pfizer ne manderà altri 2,1, ma le Regioni non stanno al passo. La Liguria aveva un obiettivo di 13 mila somministrazioni quotidiane, il 3 maggio era a 2.900. Lo stesso giorno, l’Emilia Romagna che ne avrebbe dovuto fare 42 mila si è fermata a 27.534, il Friuli 4.183 invece di 10 mila. Il motivo del rallentamento, secondo quanto sostengono fonti della Cabina di regia, è la difficoltà di potenziare la capacità di prenotazione. I calendari regionali, vista anche le penuria di vaccini dei giorni scorsi, hanno prenotazioni dosi per i 70-79enni fino a fine mese. Bisognerebbe riprogrammarli ma non è semplicissimo: si sta pensando, per questo, nelle Regioni con bassi tassi di somministrazione prime dosi (Sicilia, Friuli, Umbria, Calabria, Sardegna e Liguria sono tutte sotto il 60%) di procedere con lo sportello: chi si presenta, e ha l’età giusta per farlo, si registra per l’iniezione. Ci sono sicuramente problemi logistici da affrontare (file, tempi di attesa, assembramenti) ma le precedenti esperienze locali insegnano che la capacità di vaccinare è più importante.