«Fino a 15 animali nella stessa gabbia». Un’investigazione di Four Paws nella provincia di Verona e a Forlì. La Lav: «Sono illegali, abbiamo sporto denuncia»
IL VIDEO-DENUNCIA DIFFUSA DALLA LAV
Dopo l’investigazione diffusa da Animal Equaliy sulla macellazione degli agnelli, ancora un video choc che mostra due allevamenti di animali «fuori legge» in Italia. Stavolta si tratta di galline ovaiole. L’investigazione, diffusa dalla Lav e condotta da all’associazione Four Paws, è stata svolta a fine febbraio in due stabilimenti che si trovano in provincia di Verona e a Forlì dove vengono allevate più di 100 mila galline ovaiole. «Il video – spiega la Lav a Corriere.it – mostra fino a 15 galline segregate in una gabbia, in spregio alla legge, e persino galline che depongono le uova nei pressi di cataste di animali morti, con evidenti problemi sotto il profilo igienico-sanitario».
ALLEVAMENTI ILLEGALI – Nel video, spiega la Lav, si vedono anche diversi tipi di «gabbie convenzionali illegali» e anche galline con i becchi tagliati. Si tratta di un metodo usato per ridurre gli infortuni di altri uccelli e gli atti di cannibalismo dovuti da stress molto comuni negli allevamenti. «Centinaia di galline non sono sopravvissute a questa illegalità – spiega la Lav – i loro cadaveri sono stati gettati in un contenitore enorme. All’interno delle due aziende agricole non c’è alcuna luce naturale, il pavimento è in rete metallica e non c’è alcun arricchimento. Enormi le quantità di uova rotte e sprecate, dalla dubbia destinazione».
LA NORMATIVA UE – La denuncia della Lav si basa sulla Direttiva del Consiglio dell’Unione europea 1999/74/CE che ha vietato anche in Italia, a partire dal 1° gennaio 2012, le «gabbie convenzionali» per le galline ovaiole. A differenza di quanto era permesso fino a un anno fa, adesso le galline devono essere tenute all’aperto, a terra o in «gabbie modificate», con almeno 750 cm² di superficie a disposizione di ciascuna gallina, un nido, lettiera, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie. «Una direttiva – dice la Lav – nota da ben 14 anni, ma alcuni allevatori continuano a violare il diritto dell’Unione Europea. Dopo più di un anno dall’entrata in vigore della Direttiva, recepita dal Decreto Legislativo 267 del 2003, in Italia si stima che ancora 16 milioni di galline vivano in allevamenti illegali». Una cifra «importante» dato che nel nostro Paese ogni anno si allevano circa 40 milioni di galline ovaiole.
LA DENUNCIA ALLA PROCURA – Di fronte all’illegalità degli allevamenti ripresi nel video la Lav è passata all’azione sporgendo denuncia alle Procure di Verona e Forlì. « Abbiamo denunciato queste illegalità per il reato di maltrattamento e di frode in commercio – afferma Roberto Bennati, vicepresidente dell’associazione – Chiediamo tolleranza zero: perché i Servizi veterinari Asl non hanno chiuso queste aziende? Gli allevatori hanno avuto più di un decennio per adeguarsi, dalle istituzioni ci aspettiamo ogni sforzo per garantire la legalità e adeguati controlli. La Commissione Europea ha già esortato a rafforzare le procedure di infrazione con multe alte per tali pratiche illegali che sono ingiuste per gli animali vittime, per i cittadini ma anche per la maggior parte degli agricoltori europei che si sono adeguati alle nuove norme».
Corriere.it – 29 marzo 2013