La Repubblica. Subito la proroga del Sure (lo strumento europeo contro la disoccupazione) a tutto il 2021 e un piano di riconversione dei lavoratori al green new deal e alle tecnologie digitali, altrimenti «i dieci milioni di disoccupati di oggi possono diventare 50». All’indomani dell’inchiesta di Repubblica sulla crisi innescata dal Covid-19 in Europa, Luca Visentini, segretario generale del Ces, la Confederazione sindacale europea, chiede un piano d’intervento per arginare gli effetti più devastanti della pandemia.
Le stime di Eurostat, 10 milioni tra disoccupati e scoraggiati, sembrano persino prudenti rispetto a quelle di altre organizzazioni.
«Il numero dei disoccupati permanenti, secondo le informazioni dei nostri affiliati, è più vicino ai 12 milioni di cui parla l’Ilo. Eurostat tende sempre a sottostimare le cattive notizie. Ma è ancora più preoccupante il numero delle persone in cassa integrazione. Il Covid rischia di avere un impatto superiore a quello della crisi finanziaria del 2008, che in 5 anni ci è costata 20 milioni di posti».
La Cig per ora fa da argine anche grazie al sostegno Ue del programma Sure, ma per quanto?
«Questa è la parte più preoccupante.
A noi risulta che ci siano almeno 40 milioni di persone in Europa che in questo momento si avvalgono della Cig o di altre forme di sostegno al reddito. Le misure e il grado di copertura variano da Paese a Paese: quando è scoppiata l’epidemia solo in 16 c’erano strumenti di questo tipo. Il problema è cosa succederà adesso».
Il Recovery Plan può aiutarci.
«Certo, ma c’è il rischio che il dibattito politico che si sta svolgendo prolunghi l’adozione finale di questo provvedimento. Ci vorranno mesi e mesi per l’approvazione, poi per l’emissione dei bond, la Commissione dovrà approvare i piani nazionale e solo allora i fondi verranno trasferiti a ogni Paese, non prima della seconda metà del prossimo anno. Se non c’è una proroga delle misure di sostegno al lavoro il rischio che questi 40 milioni si trasformino in disoccupati è altissimo. Per questo abbiamo scritto a tutti i ministri del Lavoro dei Paesi Ue per chiedere la proroga di Cig e altre misure almeno fino a giugno».
Difficile che avvenga senza un rifinanziamento del Sure.
«Chiederemo che il Sure sia rifinanziato per tutto il 2021, considerato che, dei 100 miliardi stanziati per quest’anno, ne sono già stati assegnati 87. Siamo veramente preoccupati che con la ripresa della pandemia e i possibili nuovi lockdown e il ritardo del Recovery Plan l’Europa possa essere investita da un’ecatombe, e che i 10 milioni di disoccupati attuali possano diventare 50».
Cig e altre misure non coprono tutto il mercato del lavoro .
«Persino in Germania e Austria all’inizio della pandemia le misure coprivano solo il 60% del salario ed escludevano gli autonomi. Vanno garantite tutte le tipologie di lavoratori, compresi autonomi e stagionali: gli atipici ancora adesso nella stragrande maggioranza dei Paesi dell’Est non ricevono nulla».
Poi si dovrà ricollocare una parte consistente di questi lavoratori.
«Sure può intervenire soltanto per misure di sostegno al reddito. Si sta discutendo di una possibile riassicurazione europea che copra anche la disoccupazione, idea lanciata da Padoan qualche tempo fa e ora ripresa da Gentiloni e Schmit.
Anche prima del Covid si stava avviando un piano di trasformazione dell’economia dal punto di vista del Green new deal e del digitale. Vanno garantite alternative attraverso percorsi di formazione e qualificazione: perché la transizione sia equa va governata, a fronte dei posti distrutti ne vanno creati altrettanti, possibilmente di qualità migliore».