Studio dell’Università di Padova su 60 anni di dati provenienti dal mercato ittico di Chioggia: «Impatto devastante sullo sviluppo degli embrioni»
VENEZIA – I cambiamenti climatici che determinano ondate anomale di calore nei mari mettono a rischio l’abbondanza della popolazione di granchi delle coste venete. È quanto dimostrato da uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale «Global Change Biology», condotto dal dottor Alberto Barausse del Laboratorio Analisi dei Sistemi Ambientali dell’Università di Padova, in collaborazione con il dottor Folco Giomi dell’Alfred Wegener Institute di Bremerhaven in Germania. L’analisi ha preso in considerazione 66 anni di dati sulle variazioni dell’abbondanza della popolazione del granchio verde comune (che in fase di muta è la moeca, specialità gastronomica della laguna di Venezia), con riferimento alle femmine in fase di riproduzione, chiamate mazenette, anch’esse una specialità gastronomica del bacino veneziano.
«La nostra ricerca dimostra come questi eventi climatici anomali – spiega il dottor Barausse – possano avere un impatto devastante sui primi stati di sviluppo embrionale e di conseguenza sul benessere di tutta la specie. L’analisi delle serie temporali di sbarcato di granchi al mercato ittico di Chioggia ha dimostrato che la sensibilità degli stadi embrionali agli eventi atmosferici come le ondate di calore, ha enormi ripercussioni sul pescato e, di conseguenza, sull’abbondanza dell’intera popolazione di granchi in laguna di Venezia». Ma le ondate di calore non sono eventi solo recenti: dagli anni Quaranta a metà degli anni Cinquanta infatti questi fenomeni erano molto frequenti e presenti in laguna, sono poi praticamente spariti fino agli anni Ottanta, per ricomparire oggi con aumentate durata e intensità.
«È il primo studio in territorio italiano sul ruolo dei cambiamenti climatici nel determinare la struttura di popolazioni di animali costieri – sottolinea il dottor Barausse -, e mette in evidenza come gli eventi di riscaldamento climatico che danneggiano gli stadi embrionali siano il principale fattore che influenza nel tempo le variazioni di abbondanza dell’intera popolazione di granchi. Una ulteriore innovazione è data dal fatto che abbiamo indagato le uova invece che gli esemplari adulti, per dimostrare che anche specie altamente resistenti agli eventi climatici possono essere marcatamente vulnerabili in determinate fasi del loro ciclo vitale».
Il Corriere del Veneto – 7 gennaio 2013