I farmacisti titolari di Federfarma intanto confermano la prima giornata di sciopero proclamata per mercoledì prossimo, 1 febbraio, in attesa di conoscere gli sviluppi in Parlamento. «Decreto insostenibile, sarebbero tollerabili al massimo 2mila farmacie in più», ribadisce la presidente di Federfarma, Annarosa Racca. Mentre il presidente delle farmacie comunali di Assofarm, Venanzio Gitti, pur rassicurando che la rete pubblica non farà alcuna serrata, definisce il provvedimento «un’occasione mancata»: sotto tiro il mancato diritto di prelazione dei sindaci sulle nuove farmacie che apriranno dopo i concorsi straordinari (che saranno per «titoli ed esami») da mettere a bando al massimo entro 5 mesi dalla conversione in legge del decreto. Un tempo che per molte regioni sarà difficile rispettare: in quel caso subentrerà un commissario ad acta del Governo.
Già più volte ritoccato, il decreto è stato ormai pressoché definito dal Governo. Ma con altre novità. Per sostenere l’apertura di farmacie nei piccoli comuni, sarà creato un fondo di solidarietà, finanziato dalle farmacie urbane, col versamento all’Enpaf (ente di previdenza di categoria) di una quota che assicuri ai farmacisti titolari di quelle sedi disagiate un reddito netto non inferiore al 150% di quello percepito per contratto da un farmacista collaboratore di primo livello con due anni di servizio. Circa 3mila euro lordi al mese, appunto. E sempre nell’ottica dell’aumento dell’occupazione, ecco un’altra novità: con decreto della Salute saranno determinati i livelli di fatturato delle farmacie oltre i quali scatterà l’obbligo di avere «uno o più farmacisti», altrimenti si perderà la convenzione col Ssn.
Verso la riscrittura la norma che obbliga i medici a indicare in ricetta l’esistenza dei farmaci generici, ma senza tornare indietro sulla maggiore informazione ai cittadini. I medici di famiglia dello Snami ieri hanno detto di essere pronti a «dure azioni di autotutela fino alla disobbedienza civile».
Il Sole 24 Ore – Roberto Turno – 24 gennaio 2012
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il decreto liberalizzazioni diventerà operativo. Tempi lunghi per rete gas, trasporti e autostrade. Entro 6 mesi 5000 nuove farmacie. Il premier Monti esclude tentennamenti o la volontà di posticipare o rinviare alcuni capitoli del decreto liberalizzazioni. Come ad esempio in tema di reti, visto che lo scorporo tra quella ferroviaria e la holding Fs è prima entrato e poi uscito dal provvedimento, mentre quello tra Snam ed Eni avverrà, se tutto va bene, tra due anni. A leggere il decreto con l’occhio della “entrata in vigore”, in effetti la rivoluzione a 360 gradi del Cresci-Italia in alcuni casi è in corso, in altri scalda i motori, in altri ancora è molto al di là da venire.
E spesso si rimanda a regolamenti, decreti, convenzioni, pareri. Per i notai in arrivo un bando all’anno fino al 2014, ognuno con 500 posti in palio. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale domani il decreto diventerà operativo
Subito in vigore
Ai blocchi di partenza, pronti a scattare da quando il decreto sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale, troviamo molte norme. I medici sono obbligati da subito a inserire in ricetta la dizione “o farmaco equivalente, se di minor prezzo”. Le farmacie possono allungare i turni di apertura e praticare sconti su tutto. Le Regioni possono già decidere di aprire nuove farmacie nei centri commerciali, in stazione, negli aeroporti (sentiti Asl e Ordine dei farmacisti). Parte anche il fondo di solidarietà nazionale per i farmacisti che operano nei Comuni sotto i mille abitanti, alimentato dai contributi dei farmacisti “urbani”. Al via anche gli sconti sull’Rc auto, se si accetta a bordo la scatola nera. Così come l’obbligo dell’agente di presentare, oltre alla propria polizza, altri tre preventivi. Tariffe abrogate per i professionisti che ora hanno l’obbligo di preventivo e di assicurarsi sui danni eventuali al cliente e hanno la possibilità di accedere ai Confidi. La tabella notarile si arricchisce di 500 posti. I giovani possono aprire una Srl con un euro. Le banche hanno l’obbligo di presentare altri due preventivi di polizza sulla vita legata ai mutui. I benzinai possono vendere anche alimenti, tabacchi e giornali. I titolari non proprietari possono tentare di riscattare l’impianto, previo indennizzo. E i self service fuori città sono possibili senza limiti. Parte subito anche la class action semplificata e il potere di “antitrust” esercitato da Palazzo Chigi sugli enti locali.
Entro sei mesi
Se allarghiamo l’orizzonte ai prossimi sei mesi, altri importanti provvedimenti vedranno la luce. A partire dalla nuova Authority dei trasporti, che si chiamerà Autorità per le Reti, e avrà dei super-poteri, dalle licenze delle auto bianche alle regole di scorporo della rete ferroviaria da Fs, passando per le nuove concessioni autostradali da regolare con il metodo del “price cap”. Il governo si è dato tre mesi di tempo, dalla conversione del decreto, per approntare un disegno di legge che battezzi l’Authority. In attesa, dal 30 giugno in poi sarà l’attuale Autorità per l’energia elettrica e il gas a prendere in mano i dossier aperti, tra cui quello caldissimo sui taxi. “Sentiti i sindaci”, aumenterà il numero di licenze con annesse compensazioni una tantum ai tassisti, definirà le modalità per le licenze part-time, i criteri per l’extraterritorialità del servizio, il taxi collettivo, le tariffe flessibili e trasparenti. Entro 5 mesi, poi, arriverà nelle Regioni il concorso straordinario per l’apertura di 5 mila nuove farmacie. Da marzo, le bollette del gas degli utenti meno abbienti potrebbero essere meno care e le categorie svantaggiate potranno aprire un “conto corrente base”. Il Tribunale per le Imprese sarà attivo tra 90 giorni. Mentre a giugno il prezzo della benzina sui cartelloni dovrebbe essere più chiaro e forse più basso per quegli impianti i cui gestori siano proprietari e in cui il 50% dell’erogato sarà acquistato all’ingrosso tra più marche.
Entro il 2012
Un anno denso di cambiamenti, sul fronte delle semplificazioni e delle liberalizzazioni. Entro settembre tutti gli istituti di credito dovranno assicurare l’avvenuta riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti per tutte quelle transazioni effettuate con certe di pagamento. Il decreto Cresci-Italia chiede esplicitamente alle banche di intervenire a livello nazionale con un piano da mettere a punto entro il primo giugno prossimo e poi da rendere operativo nei tre mesi successivi. Questa norma va a braccetto con quanto predisposto dal decreto Salva-Italia di dicembre in tema di tracciabilità delle transazioni sopra i mille euro. Lo stop al contante porterà a “strisciare” molte carte di debito o di credito in più. E i costi applicati dovranno scendere. Se questo non avverrà, il governo si riserva di intervenire entro marzo del 2013 e per decreto del ministero dell’Economia. Entro la fine dell’anno sarà pienamente in vigore anche l’articolo 1 del decreto. Il governo avrà provveduto a emanare i decreti e i regolamenti indispensabili ad escludere alcuni settori dalla piena libertà di aprire negozi, imprese, attività economiche senza “limiti numerici, autorizzazioni, licenze, nulla osta o preventivi atti di assenso dell’amministrazione”. E sempre entro dicembre sarà fissata la data per il concorso pubblico che assegnerà 550 nuovi posti per l’esercizio della professione di notaio.
Dopo il 2012
Chi ha tempo e pazienza di aspettare, nel medio-lungo periodo vedrà altri frutti della rivoluzione liberalizzatrice. A partire dal contrassegno assicurativo, non più cartaceo ma elettronico, voluto per combattere le frodi e far pagare a tutti l’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile. Il tagliando con il chip arriverà solo tra un paio di anni, ma entro sei mesi dalla legge di conversione del decreto sarà predisposto un regolamento. Gli aspiranti notai, invece, avranno altre due finestre per cimentarsi con l’esame di Stato, dopo quella del 2012. Entro il 31 dicembre del 2013 saranno assegnati fino a 500 posti. Altrettanti entro il 31 dicembre del 2014. Per rimanere nell’ambito delle professioni, il tirocinio sarà per tutti di 18 mesi e, di questi, un semestre potrà essere avviato già durante i corsi universitari (nel triennio o nel biennio di specializzazione) o, dopo la laurea, presso amministrazione pubbliche. La disposizione tuttavia è “appesa” alla Convenzione quadro che il ministro dell’Istruzione dovrà chiudere con il ministro dell’Università e con quello per la Pubblica amministrazione. Anche l’obbligo per i farmacisti titolari con fatturato alto (da fissare) di assumere uno o più colleghi farmacisti scatterà solo dopo decreto del ministro della Salute, previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni. E il re degli scorpori, quello tra Snam ed Eni? Tra due anni, forse. Entro sei mesi il dpcm.
Repubblica – 23 gennaio 2012