Sono la «fonte primaria» per la definizione delle « attività, dei servizi e delle prestazioni garantite ai cittadini con le risorse pubbliche del Servizio sanitario nazionale». Sono i nuovi Livelli essenziali di assistenza, che mandano in soffitta il Dpcm 29 novembre 2001 e che, quando possibile, fanno riferimento a nomenclatori specifici per grandi aree, come la specialistica ambulatoriale e l’assistenza protesica. I nuovi Lea, che costeranno 415 milioni di euro – meno di 20 milioni a Regione, come ha tenuto a ricordare la ministra della Salute – puntano tutto su appropriatezza e innovazione, come si legge nella relazione illustrativa al corposo provvedimento. Ma inevitabilmente i tecnici regionali che li stanno passando al vaglio devono fare i conti con le prestazioni in entrata e in uscita e con la sostenibilità dell’operazione, anche considerando la partita dei tagli imposti dalla legge di Stabilità, in via di definizione con il Governo.
Scarica il servizio di Barbara Gobbi sul Sole 24 Ore sanità – 17 febbraio 2015