Anche la zootecnia deve fare i conti con scenari in mutamento che rischiano di comprometterne la sopravvivenza.
Tabacchicoltura e zootecnia, due settori chiave dell´agricoltura veronese alle prese con nuove criticità, legate anche alla crisi eocnomica, e che cercano un dialogo con il mondo del credito per poter affrontare le nuove problematiche. Se n´è parlato ieri mattina a Bonavicina alla Fabbrica Cooperativa Perfosfati Cerea in un convegno che è stata la prima tappa, proprio nel Veronese, del progetto itinerante «Il valore della terra» promosso dalla Cassa di risparmio del Veneto in collaborazione con Agriventure, società del Gruppo Intesa Sanpaolo dedicata al settore agroalimentare che offre consulenza e supporto tecnico agli agricoltori. Della Politica agricola comune e dei problemi della tabacchicoltura ha parlato, senza tanti giri di parole, Edi De Francesco, ordinario economia e gestione imprese agroalimentari dell´Università di Padova che ha tracciato l´evoluzione della politica agraria negli anni e le prospettive future affermando «è finita l´epoca dei pagamenti diretti e i tabacchicoltori si dovranno scordare i contributi percepiti fino ad oggi». De Francesco ha poi fatto il punto sulle sperequazioni di mercato del tabacco, sul valore della terra inteso come impresa agricola, difesa dell´ambiente e della famiglia rurale consapevoli del ruolo strategico a livello economico e occupazionale che riveste il comparto agroalimentare veneto.
DIRETTIVA NITRATI. Sui problemi legati alle normative della direttiva nitrati è intervenuto Stefano Schiavon, ordinario di nutrizione e alimentazione animale all´Università di Padova, che ha spiegato come sia possibile ridurre il quantitativo dei nitrati intervenendo sull´alimentazione proteica degli animali. Il carico di azoto previsto nelle zone vulnerabili non deve superare i 170 kg/anno mentre nelle zone non vulnerabili arriva a 340 kg/ha, dati che vengono revisionati ogni quattro anni. «È positivo per gli agricoltori sapere che la recente normativa sui nitrati prevede una maggiore flessibilità con la possibilità di effettuare dei bilanci aziendali», spiega Schiavon, «e dalle ultime sperimentazioni risulta che intervenendo a monte sulla razione alimentare degli animali, in particolare sulle proteine, è possibile mantenere le performance riducendo fino a un 30% le emissioni di azoto». È stato invece presentato da Alberto Brighenti, dottorando all´Università di Padova, il progetto Riducareflui di Veneto Agricoltura che sostiene la realizzazione di impianti a biomasse.
FARO SUI PROBLEMI DEL SETTORE. Il vicepresidente della Cassa di risparmio del Veneto, Fabio Ortolan, ha sottolineato come «sia volontà dell´istituto bancario accendere un faro sulle problematiche del settore agricolo che per essere superate richiedono un tavolo comune tra banche, produttori e associazioni di categoria per trattare con il ministero dell´agricoltura e trovare soluzioni alle molteplici difficoltà che ad esempio attanagliano la tabacchicoltura e la zootecnia». Un´attenzione che nel Veronese si traduce anche con una borsa di studio del valore di mille euro destinata al migliore studente dell´Istituto tecnico agrario “Stefani-Bentegodi” che dopo il diploma deciderà di iscriversi alla facoltà di agraria. Iniziativa analoga anche nelle altre province del Veneto A rimarcare l´importanza del credito legato all´agricoltura in un momento in cui le aziende perdono redditività è stato Gastone Vinerbini, vicesindaco di S. Pietro di Morubio, mentre Mario Pasti, vicepresidente Fabbrica Perfosfati, ha ricordato come la cooperativa di Cerea che annovera 900 soci accompagna l´agricoltura da oltre un secolo producendo 50 mila tonnellate di concime all´anno.
L’Arena 12 marzo 2012