Non ci sono più letti, né barelle. Rimangono le coperte. Ed ecco che i pazienti vengono adagiati per terra. I medici e i paramedici controllano i parametri vitali e attaccano le flebo piegati sulle ginocchia nei corridoi e negli androni dell’ospedale, con le giacche a vento addosso, per il freddo. Le foto sembrano quelle di un ospedale da campo e invece è il Santa Maria della Pietà, il presidio sanitario di Nola (1200 pazienti solo questa settimana) nel Napoletano.
Sono i parenti dei pazienti che pubblicano su Facebook le immagini delle persone sdraiate per terra su materassi di fortuna nei locali del pronto soccorso. Parte il tam tam sui social. E il governatore della Campania in serata con una nota annuncia «l’apertura immediata di una indagine interna per una puntuale verifica dei fatti e per accertare tutte le responsabilità ».
Ieri nell’ospedale mancava anche l’acqua. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco con le autobotti. Ferme da giorni le attività di sala operatoria. L’ospedale lavora solo per le emergenze e in condizioni di estrema precarietà, anche a causa delle temperature vicine allo zero. Ma al Santa Maria della Pietà l’emergenza sembra la quotidianità.
«Ecco come vengono curati e dove vengono messi i pazienti all’ospedale di Nola», denuncia il parente di una donna ricoverata. «A settembre sono stata ricoverata dieci giorni a Nola — dice Marzia B. — e sette giorni su dieci sono stata abbandonata su una barella. Un medico mi disse: “Signora pregate…”. Allora ebbi il dubbio di essere in chiesa e non in ospedale».
«Che vergogna, ho una bruttissima esperienza di quell’ospedale ma perché non lo chiudono », interviene Maria Assunta F. «Io ho visto delle cose e a Nola spero di non arrivare mai. Ragazzi che vergogna — commenta Carmine A. — È bruttissimo vedere persone per terra al pronto soccorso».
Il caso Nola diventa subito politico. Attacchi espliciti alla gestione del presidente De Luca. La consigliera regionale dei Cinque Stelle Valeria Ciarambino promette: «Ci siamo già attivati. Inviate le vostre segnalazioni ». E Paolo Russo, parlamentare di Forza Italia annuncia un’interrogazione: «Se il Santa Maria della Pietà deve funzionare in questo modo è meglio chiuderlo perché di ospedali così si muore. De Luca aveva promesso che non saremmo mai più stati ultimi, ci ha ridotti all’indigenza ». Solo sabato scorso nella stessa Asl, la Napoli 3, altra emergenza: termosifoni spenti e pazienti al gelo. È intervenuta la Protezione civile per aiutare i ricoverati. La carenza cronica di posti letto e l’affollamento dei reparti di prima emergenza in Campania è una spina nel fianco del presidente della Regione. Vincenzo De Luca, che ha iniziato una vera e propria battaglia di trincea, partendo dalle barelle dal Cardarelli, l’ospedale più grande del Sud. Ma il problema resta cronico in tutte le strutture di provincia.
Repubblica – 9 gennaio 2017