In diversi paesi del mondo è già diventata prevalente, mentre in altri inizia a diffondersi. Alcuni episodi in Australia destano preoccupazione sulle modalità di trasmissione della variante Delta
La variante Delta di Sars-Cov-2, con la sua maggiore contagiosità, sembra destinata in poco tempo a diventare la variante predominante in tutto il mondo, come è già successo nel Regno Unito. Se nei paesi in cui la prevalenza di questa variante sembra ancora sotto controllo (ricordiamo che in Italia, secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità essa è pari al 16,8% delle infezioni, con un trend in aumento) ci si sta preparando a fronteggiarla, destano apprensione le notizie che arrivano da altri stati sulle modalità di trasmissione della Delta. In particolare in Australia le autorità sanitarie parlano di rischio di contagio anche in caso di “incontri fugaci”. Vediamo meglio perché, in realtà, la trasmissione del coronavirus sembrerebbe sempre la stessa.
Identificata per la prima volta in India, la Delta (nota anche come B.1.617.2) è una delle numerose varianti di preoccupazione, designata dall’Oms. Diffusasi rapidamente in India e nel Regno Unito, ora rappresenta una minaccia negli altri paesi, in particolare nei luoghi in cui i tassi di vaccinazione rimangono bassi. Secondo il Public Health England (Phe), a fine maggio Delta è diventata la variante predominante nel Regno Unito, soppiantando la variante Alfa, e uno studio in pre-print (che non è ancora stato sottoposto alla revisione tra pari) confermerebbe questo trend anche negli Stati Uniti d’America. Sempre secondo il Phe, Delta avrebbe, rispetto ad Alfa, una capacità maggiore del 40-60% di trasmettersi da persona a persona e aumenterebbe del 2,5% il rischio di sviluppare Covid-19 in maniera grave. Tutti i paesi che non sono stati ancora colpiti dalla diffusione di questa variante si stanno preparando, soprattutto accelerando la campagna vaccinale: diversi studi, infatti, suggeriscono che, mentre Delta è piuttosto resistente alla singola dose di vaccino, il ciclo vaccinale completo sembrerebbe offrire una protezione efficace anche nei confronti di questa variante.
Cosa sta succedendo in Australia
In Australia quattro delle otto capitali sono ora in lockdown a causa della variante Delta, mentre le autorità sanitarie cercano di contenere la diffusione del virus. In particolar modo, il premier dello stato australiano del Nuovo Galles del Sud, Gladys Berijiklia, ha descritto come incontri “spaventosamente fugaci” quelli che hanno portato alla diffusione di Delta a Sydney. Il ministero della Salute australiano, infatti, è venuto in possesso di una ripresa effettuata da una telecamera a circuito chiuso nel centro commerciale Bondi Junction Westfield, in cui due persone, in seguito risultate positive alla variante Delta, si sono incrociate brevemente. Secondo il sito del ministero della Salute australiano, dal 16 giugno 2021, quando è stato individuato il primo positivo alla variante Delta, a oggi sono stati identificati 160 casi appartenenti al cosiddetto cluster Bondi. Quello che preoccupa di più, però, è come è avvenuta la diffusione del virus. “In una registrazione, abbiamo effettivamente la registrazione dell’incontro ed è fondamentalmente un incrocio di due persone”, ha detto il direttore sanitario dello Stato Kerry Chant ad Abc.net “Sono chiaramente uno di fronte all’altro, ma si tratta letteralmente di due persone che si incrociano momentaneamente. Vicine, ma per un momento”.
Il direttore sanitario del Queensland, Jeannette Young, ha annunciato che lo Stato avrebbe chiuso i suoi confini alle persone provenienti dagli hotspot di variante Delta di Sydney. “Con la variante Delta, stiamo assistendo a contatti molto fugaci che portano alla trasmissione“, ha affermato Young al Guardian. “All’inizio di questa pandemia, ho affermato che 15 minuti di stretto contatto potevano essere una preoccupazione. Ora sembra che siano da 5 a 10 secondi a preoccupare. Il rischio è molto più alto adesso rispetto a solo un anno fa“. Quello che emergerebbe dai casi del cluster Bondi e dalle dichiarazioni delle autorità sanitarie australiane, quindi, sarebbe una preoccupazione relativa alle modalità di trasmissione della variante Delta, che avverrebbe attraverso l’aerosol e con un minor tempo di esposizione. Questo, tuttavia, non è stato ancora rilevato da alcuno studio.
Hassan Vally, professore associato a La Trobe University, ha sotttolineato al Guardian che nonostante la variante Delta sia più contagiosa, anche il ceppo di Sars-Cov-2 originario poteva essere trasmesso attraverso un contatto fugace. L’Oms lo ha reso ufficiale ad aprile 2021, ma già prima diverse evidenze erano a supporto della trasmissione sia attraverso i droplet (piccole particelle liquide emesse quando si tossisce, starnutisce, parla, canta o semplicemente si respira), sia, attraverso l’aerosol, in ambienti chiusi scarsamente ventilati, oppure affollati, dove le persone tendono a trascorrere periodi di tempo più lunghi. Per esempio un centro commerciale come il Bondi Junction Westfield. “La variante è un po’ più trasmissibile, ma si comporta allo stesso modo del virus originale“, continua Vally. “Tutti gli stessi interventi comportamentali dovrebbero funzionare contro questa variante del virus, se hanno funzionato contro il originale“. E quindi: distanziamento, mascherine soprattutto nei luoghi chiusi, e accelerare la corsa vaccinale.