La tragica morte di Chiara, la giovane veterinaria che voleva fare la buiatra
Non sono molte le giovani laureate in Veterinaria che decidono di fare pratica negli allevamenti con animali da reddito. Vacche e cavalli, soprattutto. Invece era il motivo per cui Chiara Santoli si era iscritta alla Facoltà di
Padova e aveva fatto il tirocinio in buiatria. E la ragione per la quale ieri mattina era a Corte Vittoria Custoza, in un allevamento di vacche da latte. Da gennaio infatti seguiva quotidianamente il dottor Piergiorgio Buniotto, da vent’anni medico veterinario specializzato in Sanità animale degli allevamenti e produzione zootecniche. Dopo la tesi non aveva esitato a scegliere l’ambito di lavoro e aveva affiancato il professionista, ritenuto un grande esperto nel settore degli allevamenti di animali da reddito. Nata a Rovereto, dopo la maturità Chiara si era iscritta all’ Università di Padova, si era laureata in cinque anni con il massimo dei voti, dopo l’ esame di Stato da marzo era iscritta all’Ordine dei Medici Veterinari di Trento.
Ma la pratica, sul campo, era già iniziata.Ieri mattina era andata in allevamento per un’ attività di controllo di routine, il veterinario responsabile di un allevamento di animali da reddito lo fa periodicamente, i capi sono tanti e la verifica rappresenta una consuetudine. Sono arrivati nell’azienda agricola in Valle dei Molini immersa tra le colline che circondano la frazione di Sommacampagna, con loro c’ era anche il proprietario Massimo Tabarini.
Insieme sono entrati nel box che ospitava diverse vacche di razza Frisona, enormi e caratterizzate dal manto pezzato bianco e nero. Non era in atto nessuna pratica manuale, nulla che potesse in qualche modo infastidire l’ animale, anche perché le visite specifiche e mirate vengono solitamente effettuate in un ambiente diverso, dotato di sistemi che garantiscono la sicurezza di chi sta operando. Poi alle 10 quello che nessuno avrebbe potuto prevedere: la vacca si è girata e con la testa ha colpito Chiara in pieno. Non aveva dato segnali di insofferenza, non ha calciato (i bovini lo fanno spostando la zampa posteriore lateralmente ed è quindi una precauzione non restare al loro fianco) ma quel movimento del muso ha colto Chiara di sorpresa, non ha potuto evitarlo ed è stata spinta verso il muro, rimanendo schiacciata contro la ringhiera che delimita il punto di accesso.Un colpo violento all’altezza dell’ addome, la vacca pesa circa sette quintali, impossibile contenere la forza che deriva dallo spostamento di una testa che, unitamente al collo, supera il quintale. La giovane veterinaria è crollata a terra, pallidissima. Il dottor Buniotto e i colleghi l’hanno soccorsa mentre veniva allertata Verona Emergenza. Ha fatto di tutto per rianimarla e ci era riuscito ma le lesioni interne erano troppo estese e Chiara è spirata immediatamente dopo.
In azienda sono giunti anche i carabinieri di Sommacampagna che, su disposizione del pm Paolo Sachar, hanno raccolto le prime testimonianze mentre i tecnici dello Spisal sono stati incaricati di svolgere gli accertamenti sulla dinamica del tragico incidente. Il sostituto procuratore di turno ha disposto l’ esame esterno della salma e il corpo di Chiara è stato trasferito nelle celle mortuarie del Policlinico di borgo Roma.Una giornata infinita, in caserma dai carabinieri sono stati sentiti tutti coloro che ieri erano in azienda, dal dottor Buniotto al proprietario dell’agriturismo. E dall’allevamento.Massimo Tabarini è uscito verso le 16 con passo lentissimo, lo sguardo fisso e le spalle piegate per quel peso insostenibile.
Chiara la conosceva bene. «Da gennaio veniva con Piergiorgio, quello di stamattina (ieri per chi legge, ndr) era un controllo, un semplice controllo, non c’ erano problemi particolari e la vacca stava bene».
Parla a bassa voce, ha appena stretto la mano al papà di Chiara, ha visto la disperazione nei suoi occhi e in quelli della moglie, quella disperazione che anche lui fatica a controllare. Gli occhi lucidi, l’incapacità di dare una spiegazione a quello che è successo nella sua stalla rendono probabilmente ancor più difficile accettare la disgrazia.«Non c’ era una situazione critica, l’animale era in una stalla multipla insieme ad altri. Non riesco a spiegarmi perché all’improvviso si sia spostata, abbia spostato la testa in direzione di Chiara, non aveva dolore e quindi si è trattato di un movimento che nessuno si aspettava. Come si poteva prevedere? Come immaginarlo?».
Allevatore da sempre, la sua stalla è composta da un centinaio di capi. Un’ attività che è soprattutto passione e che abbraccia tutta la filiera, dalla produzione del foraggio a quella di formaggi e gelati. E non si dà pace: «Non è mai successa una cosa simile, è la prima volta. Non avrei mai potuto immaginarlo»..
Chiara e i bovini «La sua passione fin dall’inizio»
«Chiara era un’ottima studentessa, amava quello che faceva e lo faceva con passione. È difficile parlare in questo momento ma posso dire che fin dal primo anno ha sempre voluto occuparsi di buiatria, ha sempre desiderato
fare la professione in questo ambito. Non è una scelta così inusuale», il dottor Enrico Fiore parla a fatica. La notizia della morte di Chiara Santoli è arrivata come un fulmine a Legnaro, sede della Facoltà di Medicina Veterinaria di Padova. Una carriera scolastica scandita dalla regolarità e dalla passione per i bovini, la tesi preparata con il dottor Fiore era dedicata all’ecografia nei vitelloni da carne.«Scusi ma ho letto su qualche sito che è stata definita una “tirocinante”, Chiara era un medico veterinario e stava iniziando il suo percorso professionale al fianco di un collega molto bravo, molto in gamba e stimato. Stava facendo pratica, non un tirocinio. La sua
permanenza qui è stata ricca di soddisfazioni, abbiamo festeggiato con lei il riconoscimento che la Società italiana di Buiatria le aveva assegnato proprio per la sua tesi, il gruppo degli internisti aveva brindato con lei, una ragazza solare. Oggi è una giornata di lutto per tutti».
«Chiara voleva occuparsi dei bovini, aveva seguito tutta la parte del filone ed era determinata», la ricorda così il professor Matteo Gianesella la cui attività si basa sulle patologie metabolico-nutrizionali dei ruminanti, sulla clinica medica e terapia degli animali da reddito, sul benessere animale e sulla qualità delle produzioni zootecniche.
«La decisione di seguire un collega che si occupa di allevamenti è connessa alla formazione dei giovani che si inseriscono nel mondo del lavoro, in Trentino le realtà allevatoriali sono ridotte e quindi credo che la scelta di fermarsi in Veneto dopo la laurea fosse legata proprio a questo. So poco dell’incidente, ma non è una cosa così infrequente che un animale, spostandosi, possa causare traumi mortali. I bovini sono a stabulazione libera, non sono costretti in spazi ridotti o legati, arrivano a pesare sette quintali quindi si capisce come possano mettere a rischio la vita di chi li segue».
Chiara Santoli aveva frequentato il liceo classico Rosmini a Rovereto dove ha vissuto con la famiglia, originaria della Campania, e dove probabilmente sarebbe tornata una volta introdotta nell’ambito che amava, la cura dei bovini. Ha una sorella più grande, Giulia, di 28 anni, il padre Giuseppe è preside dell’istituto tecnico economico e tecnologico Fontana, ed è stato preside di altre scuole in città, quindi è molto conosciuto. Ieri lui e la mamma della giovane si sono precipitati a Sommacampagna, disperati erano in caserma, hanno ricevuto il conforto e l’abbraccio di chi è stato testimone impotente di una tragedia che ha stravolto la loro vita. «Era una studentessa impegnata e seria», la ricorda Vittorio Bertolini, uno dei suoi insegnanti al liceo, «molto riservata. Una brava ragazza senza stupidaggini per la testa. Anche se era uscita da qualche anno dalla nostra scuola, il suo ricordo è tornato vivo alla notizia della sua scomparsa. Era anche in una bellissima classe, di ragazzi affiatati fra loro e studiosi, lei nel gruppo era fra le più brave».
La natura e gli animali, Chiara ha inseguito il suo sogno di diventare un medico veterinario. E ce l’ha fatta in tempi rapidi tant’è che all’Ordine si era iscritta sette mesi fa. «Era una neo iscritta – spiega il presidente dell’ordine dei veterinari trentini Marco Ghedina. «A marzo nell’assemblea ordinaria si era presentata per il giuramento di Ippocrate. Non c’è stato modo di avere una conoscenza diretta se non lo scambio di poche parole, ma una morte così giovane, sul lavoro, è un grande dolore per tutti noi». Una ragazza fisicamente minuta e riservata nel carattere, determinata nell’inseguire il suo sogno professionale, era questo Chiara Santoli.
«Un animo delicato», la ricorda Michele Noldin, suo insegnante di italiano e latino alle superiori, «che non cercava mai né i riflettori né situazioni in cui mettersi in mostra. Molto educata, seria, diligente. Riservata, certamente, ma non per questo ombrosa, anzi una ragazza serena e ben integrata nel gruppo classe».
A ricordare la giovane veterinaria e a stringersi al dolore della sua famiglia anche il sindaco di Rovereto,
Francesco Valduga: «Non esistono parole che possano lenire un dolore così grande come la perdita di una figlia così giovane», ha dichiarato quando ha appreso della tragica notizia, «mentre svolgeva il lavoro che amava.
Insieme alla Giunta comunale, ci stringiamo alla famiglia Santoli in questo momento così drammatico». Della sua voglia di studiare e della passione per gli animali da stalla restano i ricordi e le foto pubblicate su qualche social, le immagini di lei, in mezzo a un campo, seduta su un ballone di paglia.
«Ce l’ho fatta a rianimarla ma è morta per le lesioni». Il dottor Piergiorgio Buniotto due ore nella caserma dei carabinieri
Il dottor Piergiorgio Buniotto ha il viso sconvolto. Poco dopo le 15 esce dalla caserma dei carabinieri di Sommacampagna, scendendo i pochi gradini che lo separano dal cancello e da tre suoi colleghi che lo stanno
aspettando fuori, seduti sul muretto. È stato negli uffici per tanto tempo. Appena è sul marciapiede, si ferma un attimo. «Cerchi di capire…». La sua voce è carica di dolore e stanca, per le due ore di interrogatorio sostenuto in cui ha specificato bene il dramma assurdo, senza spiegazione, che s’ è consumato ieri nella stalla di Custoza. Ha
dovuto fornire particolari, dettagli, ogni piccolo elemento che possa diventare utile per capire come sia stata possibile una simile tragedia della quale non si ha memoria almeno nel Veronese. «Stavamo facendo controlli sanitari ordinari». La mucca era malata e magari è stata toccata in un punto dolente? «Macché. L’animale non aveva alcun dolore. Non è stato toccato, né da me né da lei».
Il veterinario e la sua apprendista si sono mossi nel box come hanno fatto centinaia di volte da quando lavoravano assieme. «All’improvviso ho visto che la mia collega è stata spinta contro la parete del box dalla testa della mucca», racconta Buniotto. La situazione è apparsa subito grave. Chiara Santoli è andata in arresto cardiocircolatorio. Stavolta la voce di Buniotto ha un carico di rabbia, mista a rammarico: «Ero riuscito anche a rianimarla, ce l’avevo fatta. Ma poi è morta per le lesioni interne che ha riportato. Davanti a me».
Da dieci anni veterinario di fiducia dell’azienda agricola di Custoza Corte Vittoria, il professionista di Verona fa fatica a parlare di Chiara Santoli. Lavoravano assieme da dieci mesi, da gennaio. «Sì, era un’apprendista, come un praticante avvocato, ecco». Poi l’emozione riprende il sopravvento e non riesce a dire altro se non questo: «Ecco, una collega… lavoravamo tutti in amicizia, come con loro», aggiunge indicando i due veterinari e la veterinaria che sono andati a prenderlo dai carabinieri di Sommacampagna per confortarlo. Un’ultima frase Buniotto la pronuncia prima di salire in auto: «Domani magari riuscirò a parlare, a raccontare, che persona, che collega è stata». (L’Arena)