Lo stesso dovrebbe avvenire con Moderna subito dopo il via libera dell’Ema atteso per il 6 gennaio. La Ue ha già raggiunto l’accordo per raddoppiare la fornitura con altre 80 milioni di dosi che per l’Italia si traducono in ulteriori 10,8 milioni. Certo molto dipenderà dai tempi di consegna. La partenza non è promettente visto che già la prima consegna di 469.950 è slittata non solo per il maltempo ma anche per il cambio di programma deciso da Pfizer. A confermarlo è stato lo stesso commissario per l’emergenza Domenico Arcuri che ha garantito la consegna delle dosi per oggi assicurando che proseguirà anche domani. Nuovi stock poi verranno recapitati settimanalmente e il numero dei vaccinati sarà reso pubblico. A oggi colpisce la differenza tra le dosi somministrate in Italia e quelle in Germania: 8.361 (pari all’86% delle 9.750 dosi a disposizione) contro 41.964. Se a questo aggiungiamo la fornitura extra contrattata direttamente dal Governo di Berlino con Pfizer per la fornitura aggiuntiva di 30 milioni di dosi il quadro che ne esce è poco rassicurante.
Intanto non si arresta il confronto sulla obbligatorietà del vaccino. Il Governo «non la esclude» ha detto ieri la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli sull’obbligatorietà, in particolare per le categorie più esposte, insiste anche la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova. Anche il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, non la esclude ma solo se «a lungo termine diventerà un problema» per il numero di adesioni non sufficiente a raggiungere l’immunità di gregge, allora in quel caso «il Parlamento dovrà riflettere». Dall’opposizione la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini ironizza: «Prima di parlare di obbligo assicuriamoci che i vaccini arrivino».
Resta sempre alta la tensione sul fronte riaperture. Il ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora assicura che entro gennaio «palestre piscine e centri danza, sia pure con alcune limitazioni, potranno riaprire». Ma la decisione verrà presa guardando la curva dei contagi (ieri il tasso di positività è sceso all’8,7% ma i morti sono sempre tanti: 659) allo sport amatoriale alla frequentazione di palestre e piscine: lo strumento per un ritorno più rapido alla normalità e per convincere gli italiani a vaccinarsi.