Era stata la consigliera nazionale argoviese Pascale Bruderer a lanciare un’iniziativa parlamentare per introdurre il divieto di importare pelli e pellicce da paesi dove gli animali vengono maltrattati durante l’allevamento, la cattura o l’uccisione.
Un modo per lottare contro pratiche in uso all’estero, come per esempio quella di utilizzare tagliole per volpi e visoni. Contrariamente al Nazionale, la Camera alta ha respinto con 22 voti a 12 la proposta della Bruderer, ritenendola di difficile applicazione – un doganiere per esempio non potrebbe mai distinguere con certezza un capo ottenuto maltrattando un animale – ma anche in contrasto con gli impegni presi dalla Svizzera in seno all’Organizzazione mondiale del commercio.
Il Consiglio degli Stati ritiene sia più efficace puntare su un sistema di denominazione d’origine del pellame, attraverso certificati che dovrebbero essere acclusi ai capi venduti. Le camere si sono accordate su una mozione che va in questa direzione.”
Fonte info.rsi.ch – 2 marzo 2011