I calcoli della Cgia su quanto costano agli italiani i balzelli incassati da Comuni, Province e Regioni. Salasso di 1.338euro l’anno. I più «tartassati» i lombardi. In Veneto Verona al top
In vista una ulteriore impennata per l’arrivo di Imu e nuova Irpef. Il Fisco tartassa gli italiani anche con le tasse locali: mediamente ogni cittadino sborsa 1.230 euro l’anno per addizionali e altri balzelli di Comuni, Province e Regioni. Ma il peggio, avverte la Cgia di Mestre, che ha elaborato la classifica, deve ancora venire. Perché la fotografia della pressione tributaria locale è stata scattata nel 2011, prima della raffica di aumenti introdotti dalle due manovre dell’estate del governo Berlusconi, e del decreto «Salva Italia» dell’esecutivo Monti; quest’ultimo, solo con Imu e aumento dello 0,33 per cento dell’addizionale regionale Irpef, porterà allo Stato un maggior gettito di 12,8 miliardi di euro. «È certo che nel 2012», spiega il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, «assisteremo a una impennata impressionante della tassazione locale, con effetti però per le casse delle Regioni e degli enti locali molto modesti». Già prima di queste misure, tuttavia, i contribuenti dovevano mettere mano al portafogli in modo pesante per far fronte alla fiscalità locale.
I PIÙ SPREMUTI, secondo i dati riferiti dal centro studi di Mestre e relativi ai capoluoghi di provincia, sono gli abitanti delle città della Lombardia, con ben 8 Comuni capoluogo nei primi 10 posti della classifica generale. Al top c’è Varese, con una pressione tributaria locale pro capite di 1.714 euro, seguita da Lecco (1.681) e Bergamo (508). Il gradino più basso del podio è occupato da tre Comuni con la stessa pressione tributaria locale (1.665 euro), Bergamo, Monza e Bologna. Chiudono la graduatoria nazionale invece tre Comuni capoluogo del Sud: Caltanisetta, con 789 euro pro capite, Agrigento (767) e Lanusei (671).
LA CITTÀ DI VERONA è al quarantatreesimo posto nella classifica del carico fiscale che pesa su ogni cittadino per quanto riguarda le tasse riscosse da Comune, Provincia e Regione. Ogni veronese, secondo i dati elaborati e diffusi ieri dalla Cgia, sborsa 1.338 euro l’anno per le tasse locali, ben al di sopra dunque della media nazionale. Scorporando i dati, si scopre che a Verona si pagano procapite 415 euro di imposte comunali (la media nazionale è 383), 77 di imposte provinciali (la media è 71) e 846 di tasse regionali (la media nazionale è 776). Anche in questo caso i dati si riferiscono all’anno scorso, ma sono destinate ad aumentare con le manovre varate sia dal governo Berlusconi che da quello Monti. Milano, con 1.627 euro l’anno, occupa il nono posto per la pressione tributaria locale, Roma il 19° con 1.462.
LA CGIA SOTTOLINEA che a tasse più alte corrispondono livelli di reddito più elevati e migliore qualità dei servizi. A parziale consolazione, per chi paga di più, Bortolussi, ricorda che in base al principio della progressività, che regola il sistema fiscale italiano, nelle realtà dove si versano più tasse i livelli di reddito sono mediamente più elevati e, quasi sempre, qualità e quantità dei servizi offerti sono migliori. «Insomma», sottolinea, «nei territori più ricchi si paga in misura maggiore, ma si riceve anche di più». Per spiegare il «caso Lombardia», invece, rileva come la pressione tributaria locale di questa regione sia mediamente più elevata perché qui è molto forte il carico fiscale riconducibile all’Irap, applicata dalle Regioni e pagata non dai cittadini, ma dalle imprese.
L’Arena – 9 aprile 2012