Legge di Stabilità più veloce ma anche più pesante, una valanga di commi e articoli. Ci sarà di tutto: persino i decreti che, visti i tempi stretti, non potranno essere approvati autonomamente e confluiranno nella ex Finanziaria come il decreto sviluppo e l’Ilva. La crisi di governo e il nuovo nervosismo dei mercati impone al documento di bilancio, all’esame del Senato dopo l’approvazione da parte della Camera, una “forte accelerazione”, come la definisce il relatore Luigi Legnini del Pd.
Ma al tempo stesso l’interruzione della legislatura lascia galleggiare in Parlamento una serie di provvedimenti, alcuni molto importanti, che rischiano di decadere se disegni di legge e di non avere
la forza politica di andare avanti se decreti legge.
Così il tentativo è quello di utilizzare l’ultimo treno della legislatura,
cioè la legge di Stabilità, che dovrà essere approvata prima di Natale, presumibilmente il 20 o il 21, per “imbarcare” i provvedimenti a rischio. Tra i candidati ad occupare un vagone della legge di Stabilità c’è il decreto sviluppo di Corrado Passera che ha già avuto l’ok del Senato e che ora è all’esame della
Camera: se Montecitorio esiterà il Senato potrebbe raccogliere l’intero provvedimento (o solo alcuni pezzi) e inserirli nel pacchetto di emendamenti. Stesso discorso vale per l’altro provvedimento candidato ad entrare nella “Stabilità” : il decreto Ilva. Troppo ingombranti, dal punto di vista politico, invece
il provvedimento per la riduzione delle Province e anche l’approvazione della legge di attuazione del nuovo articolo 81 della Costituzione con il pareggio di bilancio cui il governo terrebbe particolarmente.
Ma la legge di Stabilità, già approvata alla Camera, subirà anche altre modifiche. Il relatore
Legnini del Pd sta lavorando ad una serie di emendamenti da inserire in un pacchetto complessivo che dovrà essere approvato in Commissione entro questa settimana, che martedì 17 dicembre sarà approvato dall’aula di Palazzo Madama (con fiducia) e che poi tornerà alla Camera per l’ok definitivo. Le proposte riguardano temi nodali e non sono di poco conto: in prima linea c’è l’obiettivo di dare maggiore ossigeno al patto di stabilità dei Comuni (che ritorneranno “proprietari” del gettito dell’Imu) e delle Province, a seguire c’è la crisi della sanità e la necessità di rifinanziare il fondo che alimenta il Servizio sanitario nazionale attenuando i tagli. In seconda battuta c’è la questione degli ammortizzatori sociali in deroga: sono necessari almeno
500 milioni per far fronte alle necessità delle aziende in crisi oltre al tema dei precari della pubblica amministrazione. Ben presente anche la questione dei ricongiungimenti previdenziali a titolo oneroso che sta provocando malumori e proteste, senza contare che nell’agenda del relatore ci sono anche le risorse per università, l’editoria, per il terremoto dell’Emilia e per la Sla. Tra le questioni da rivedere anche i meccanismi tecnici della Tobin tax.
I costi del pacchetto di emendamento non sono quantificati, ma è intenzione del Parlamento di agire a “saldi invariati”, reperendo risorse nei fondi disponibili nella legge di Stabilità e anche, nella necessità, a misure una tantum.
Repubblica – 11 dicembre 2012