Mario Monti è in campo e le sue schiere, anche in Veneto, cominciano a fare un po’ d’ordine, ché le elezioni oramai sono dietro l’angolo.
Lo schema messo a punto per riportare il Professore a Palazzo Chigi pare ormai deciso: per la Camera verranno allestite tre liste, ossia Udc, Fli più la civica del premier uscente, che raccoglierà esponenti della società civile, di Verso Nord e di Italia Futura, oltre ai delusi di Pdl e Pd; al Senato, invece, ci sarà una lista unica dove l’Udc, assicura il leader Antonio De Poli, «avrà il peso che merita».
Gli incontri tra le diverse anime del «partito dell’Agenda» si susseguono con cadenza quasi quotidiana, a Roma come in Veneto (ce n’è uno in calendario anche per oggi), ed il comitato dei saggi chiamato a dar nomi e volti ai propositi montiani ha già iniziato a vagliare i curricula arrivati in gran numero da quando è iniziata la «salita in campo», con una decisa impennata, a quel che si sussurra, dopo le primarie del Pd, che hanno visto parecchi esponenti del cattolicesimo moderato finire al tappeto sotto la gragnuola di preferenze dell’apparato ex Ds. Due nomi, al momento, sono dati per certi nella lista Monti (Udc e Fli, quanto alla Camera, fanno storia a sé) e sono quello dell’ex Pdl Fabio Gava, il deputato di Treviso che si rifiutò di votare la fiducia a Berlusconi nell’ottobre del 2011, che verrà piazzato in cima alla lista per il Senato, e quello del vice segretario nazionale della Cisl Giorgio Santini, vicentino, che guiderà la lista per la Camera nel collegio Veneto 1. Per il collegio Veneto 2 della Camera, invece, si sta ancora ragionando: il capolista potrebbe essere Andrea Causin, veneziano, consigliere regionale di Verso Nord. Gliel’hanno chiesto, ci sta pensando su.
Quanto agli altri aspiranti parlamentari, pronti a gettarsi nell’agone nonostante i posti papabili non siano poi molti (i sondaggi danno il Terzo Polo al 9% a livello nazionale, anche se i montiani sostengono di poter arrivare in Veneto addirittura al 18%) un nome nuovo, che va ad aggiungersi a quelli che già circolano da settimane, è quello di Marco Ferrero, avvocato a capo delle Acli di Padova, l’universo cattolico da cui proviene il principale animatore, con Montezemolo, della lista Monti, e cioè il piemontese Andrea Olivero. C’è poi il deputato del Pd Giampaolo Fogliardi, che ha abbandonato i democrats in polemica con le «primarie del Gattopardo» rivelatesi da tregenda per gli uscenti come lui, quindi un altro veronese, il manager Manfredi Ravetto, che con Causin e l’ex presidente dei Giovani di Confindustria Padova Jacopo Silva compone la triade a capo di Italia Futura in Veneto. Anche il nome di Silva, a onor del vero, circola con una certa insistenza, anche se è chiaro che If può aspirare sì a farla da padrone nelle posizioni di vertice ma certo non può pretendere di divorarle tutte, anche perché dalla fondazione di Montezemolo provengono pure altri due aspiranti parlamentari, entrambi da Treviso: l’ex presidente del tribunale Giovanni Schiavon e l’ex sindaco di Castelfranco Maria Gomierato. Qualcuno dovrà accontentarsi di un piazzamento di bandiera.
L’area di If, che qui coincide in larga parte con quella di Verso Nord, potrebbe esprimere anche il commercialista veneziano Enrico Zanetti mentre non sembra voler essere della partita il consigliere regionale Diego Bottacin e, come lui, Antonio Cancian, l’eurodeputato eletto a Strasburgo con il Pdl, vicinissimo a Comunione e Liberazione («Resterò in Europa fino al 2014, poi si vedrà»). Da Cl e dintorni proviene anche un altro pidiellino che potrebbe decidere di instradarsi per Roma sotto l’egida di Monti, l’avvocato padovano Domenico Menorello. Lo sostiene con forza l’ex sindaco della Città del Santo Giustina Destro (di cui Menorello è stato vice e assessore). Lei, regina dei salotti e amica di Montezemolo, da tempo si è chiamata fuori dalla pugna.
Corriere del Veneto – 3 gennaio 2013