di Giovanni Caprara. «Difficile immaginare oggi la scienza e il mondo della tecnologia con le sue applicazioni industriali, senza la presenza dell’informatica, senza soprattutto la capacità di simulare un fenomeno fisico, la fabbricazione di un’automobile o di un nuovo farmaco». Federico Calzolari è uno dei 14 «top scientist» chiamati dalla Regione Lombardia come giurati del Premio «Lombardia è ricerca». Esperto internazionale di calcolo distribuito, responsabile dell’Ict (Information and Communications Technology) della Normale di Pisa, è stato uno dei protagonisti della scoperta del bosone di Higgs al Cern di Ginevra, nell’ambito dell’esperimento Cms che, in parallelo ad Atlas, era impegnato nella caccia alla fatidica particella.
«È arduo discriminare dove finisca la scienza e inizi la tecnologia — nota lo scienziato —. Le nano-particelle appartengono alla biologia, alla chimica o all’ingegneria? I nano-robot per interventi chirurgici sono medicina o ingegneria ? In uno studio sulla diffusione della malaria con la simulazione, in un mese si è riusciti a ottenere un risultato che prima richiedeva cento anni di calcolo manuale». Basti pensare alla compilazione della mappa del Dna, che alcuni scienziati osteggiavano perché la ritenevano un’operazione troppo lunga, quasi impossibile. Invece Craig Venter con una batteria di super-computer riusciva a conquistare il risultato in modo molto rapido, mettendo in gioco, appunto, enormi capacità di calcolo. «Infatti — continua Calzolari — con la simulazione si risparmiano tempo e soldi, scegliendo fra una miriade di possibilità quella più efficace per arrivare al risultato; che si tratti del progetto di un acceleratore per la fisica fondamentale o per la molecola di una medicina».
Nel calcolo distribuito, tanti computer sparsi anche in nazioni diverse, entrano in azione secondo un’organizzazione centralizzata. Ognuno effettua una parte dell’elaborazione secondo un fine comune. Così sono attivati dei sistemi a costo abbastanza contenuto che insieme, però, raggiungono elevatissime potenze di elaborazione. Le simulazioni al Cern sono condotte in questo modo, oltre ad analizzare le miriadi di particelle che nascono dallo scontro fra i protoni nel Large Hadron Collider. «Non solo — precisa —. Per questa via, adottando degli algoritmi genetici, si possono persino individuare le Fake news, le notizie false. Oppure, esaminando le frasi su Twitter, si riesce a stabilire con una certezza del 95% se sono scritte da un essere umano o da una macchina». Non bisogna confondere il calcolo distribuito con quello «parallelo» il quale, invece, con un metodo differente, è uno strumento più adatto allo studio dei fenomeni meteorologici e alla complessità, ad esempio, della fluidodinamica.
«Il calcolo distribuito è preziosissimo al cardiologo nel valutare rapidamente l’applicazione della migliore valvola cardiaca e altrettanto nelle ricerche sull’intelligenza artificiale — conclude Federico Calzolari —; partendo pure dalle ricerche del professor Giacomo Rizzolatti. La scoperta dell’illustre neuro-scienziato dei neuroni specchio ci rivela come il nostro cervello, lo dico semplificando, impari per imitazione. Un bambino inizia a capire guardando i gesti e il comportamento, non attraverso le parole che ancora non conosce. Ecco, il complesso processo potrebbe essere simulato nel computer mettendo insieme tutti gli elementi della percezione. Il computer, con le sue memorie, la potenza di calcolo e i tanti dati forniti, sarebbe in grado di decifrare come si acquisiscono le informazioni e come si accende il meccanismo della comprensione, offrendo quelle basi dell’apprendimento utili per arrivare al cervello artificiale» .
10 ottobre 2017 – Il Corriere della Sera