La Russia sembra sempre più orientata verso un bando permanente delle carni provenienti da alcuni paesi dell’Unione europea e dagli Stati Uniti. Tale conclusione si può trarre dalla bozza di decreto del Ministero dell’Agricoltura russo, redatto sulla base dei volumi e sulle quote del 2015. Il decreto include un elenco di aree geografiche dalle quali non è possibile importare carne, elenco che comprende Ue e Stati Uniti. Secondo alcuni analisti, la legge potrebbe quindi consentire un divieto permanente.
Nel frattempo l’industria russa della carne sta reagendo positivamente, dato che il paese in molti settori sta raggiungendo l’autosufficienza.
Hope Shkolkina, vice presidente del Comitato di Stato della Duma per le questioni agricole, ha detto che “sebbene le importazioni di tutti i principali prodotti siano già diminuite, in Russia non si vedono scaffali vuoti. I nostri allevatori hanno compreso benissimo l’opportunità che si sta offrendo loro, e stanno occupando attivamente quote di mercato, non solo locale, ma anche estero. I produttori di maiale, pollame e cereali stanno prendendo di mira mercati esteri come Cina, Vietnam e paesi arabi. Il ministero dello Sviluppo Economico ha detto che l’agricoltura è ancora il settore pilota dell’economia del nostro Paese. Nonostante il PIL stia scendendo, il mercato agricolo continua a crescere”.
Konstantin Laikam, vice capo del Servizio Statistica della Russia, ha detto che sul mercato esiste “una ridistribuzione delle importazioni di carne a favore di Cina, Perù, Ecuador, Cile e Argentina. Questi paesi stanno aumentando la loro fornitura alla Russia, che sta sostituendo la merce proveniente dall’Unione europea. Dopo l’introduzione dell’embargo, la Bielorussia ha aumentato le forniture di carne russa di quasi il doppio. Nel contempo le importazioni di carne di maiale sono scese di circa il 50%, e i nostri principali fornitori sono Brasile e Ucraina”.
Da quando la Russia ha chiuso i suoi confini a UE e USA i prezzi locali della carne sono aumentati del 35%. Per l’anno in corso, la Russia aveva applicato un contingente di importazione per la carne di maiale pari a 400.000 tonnellate. Circa 30.000 tonnellate, principalmente di sottoprodotti della macellazione, sarebbero dovute provenire dall’Unione europea e dagli Stati Uniti. La quota delle carni di pollame era pari 364.000 tonnellate, di cui 80.000 tonnellate di proveniewnza UE. Ma a causa del divieto di importazione, questi numeri non sono stati raggiunti.
Fonte World Poultry (da Unaitalia) – 16 settembre 2015