Più controlli sulle assenze e merito in busta paga: la riforma del pubblico impiego è pronta, ma per i sindacati «il confronto non può dirsi esaurito». Il Testo Unico arriva domani al Consiglio dei Ministri, però la trattativa continua: «Nelle prossime ore verificheremo la volontà del governo di rispettare gli impegni assunti con l’accordo del 30 novembre, chiedendo una verifica politica se ciò non dovesse avvenire», dice il segretario confederale della Cgil Franco Martini.
«Ci aspettavamo di più dal ministro: manca il coraggio di puntare alla contrattazione. Vedremo di recuperare pezzi importanti per fare il contratto», concorda il segretario confederale della Cisl Maurizio Bernava. Però nessuna rottura tra il governo e le 13 sigle sindacali convocate ieri dal ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia a Palazzo Vidoni per la presentazione del decreto. Anche perché, ricorda il segretario generale vicario di Snals Confsal, Achille Massenti, la riforma ha ancora una lunga strada da percorrere: «Il ministro ci ha assicurato che l’iter durerà almeno tre mesi perché il governo deve raggiungere l’intesa con la Conferenza delle Regioni e acquisire i pareri delle Commissioni Parlamentari. Quindi ci auguriamo che si trovi il tempo per migliorare il testo». Il ministro del resto non esclude modifiche, e ha distribuito ai rappresentanti sindacali un indirizzo di posta elettronica attraverso il quale far pervenire critiche e osservazioni. La Uil con Antonio Foccillo sottolinea positivamente lo sforzo per superare il precariato, ma chiede di più sul «ripristino delle relazioni sindacali e il riequilibrio tra legge e contratto ». È proprio questo il nodo, che verrà affrontato nelle prossime settimane. Mentre a giorni si dovrebbe avviare all’Aran la procedura per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro: sul piatto aumenti medi di 85 euro mensili, ma anche la possibilità di avviare finalmente il welfare aziendale.
Repubblica – 16 febbraio 2017