Uno sconto da 150 euro all’anno in meno per chi ne dichiara 15mila, da 200 euro per chi ne guadagna 20mila e da 280 per chi denuncia al fisco redditi da 28mila euro in su. E’ l’entità degli sconti che dal 2013 il disegno di legge di stabilità approvato martedì notte dal Governo offre ai contribuenti Irpef con la limatura di un punto delle aliquote applicate ai due scaglioni di reddito più bassi.
Lo sconto, che si applicherà a partire dai soldi guadagnati dal prossimo 1° gennaio, riduce dal 23% al 22% l’aliquota dedicata ai redditi fra 0 e 15mila euro annui, e dal 27% al 26% quella rivolta ai guadagni fra 15.001 e 28mila euro, lasciando invariato il resto dell’architettura dell’Irpef. In base al meccanismo progressivo dell’imposta sui redditi, la riduzione riguarda anche chi guadagna di più, ma naturalmente lo sconto si sente sempre meno via via che l’imponibile cresce: per un reddito da 100mila euro, per esempio, l’Irpef da pagare si ridurrà dello 0,77%, mentre per chi dichiara 10mila euro lo sconto è del 4,35 per cento.
Sconto che, in ogni caso, difficilmente sarà sufficiente a compensare i rincari fiscali previsti dalla stessa legge di stabilità. Oltre alla revisione dei meccanismi che governano detrazioni e deduzioni delle spese, infatti, il Ddl stabilisce l’aumento di un punto delle aliquote Iva (dal 10 all’11%, e dal 21 al 22%) con l’eccezione della prima (che rimane al 4%). Il solo aumento dal 20 al 21% deciso l’anno scorso, secondo le stime del Sole 24 Ore, costava a ogni famiglia italiana dai 13 ai 30 euro al mese, a seconda della composizione del nucleo.
Nel caso dei dipendenti statali, poi, la manovra porta altre cattive notizie sui redditi, perché oltre a prorogare al 2014 il congelamento di contratti e stipendi individuali si prevede l’azzeramento dell’indennità di vacanza contrattuale: lo sconto Irpef, nella stragrande maggioranza dei casi, si rivelerà quindi poco più che un premio di consolazione.
ilsole24ore.com – 11 ottobre 2012