Il Gazzettino. «Gentile signora, gentile signore, visto che lei pone una grave denuncia pubblica, per cortesia mi fornisca circostanze e luogo (struttura) in cui ciò sarebbe avvenuto. Altrettanto pubblicamente le darò risposta dopo opportuna verifica». Uno ad uno, il governatore del Veneto Luca Zaia ha risposto così su Facebook a quanti lamentano ritardi, disservizi, lungaggini in sanità. Centinaia e centinaia di commenti, non certo tutti positivi, dopo che il governatore ha fatto pubblicare le tabelle sulle strutture private convenzionate. Il messaggio di Zaia, oggetto venerdì di una conferenza stampa trasmessa anche in streaming sui social, è che è una bugia sostenere che la Regione starebbe privatizzando la sanità veneta. Ma i commenti che ne sono seguiti non sono stati tutti di plauso: gente che si lamenta per le liste d’attesa e perché il posto per una visita o un esame salta fuori solo se si paga, lamentele per i tempi biblici quando si entra al pronto soccorso, per non dire delle visite private in nero, senza fattura né ricevuta.
Alcuni esempi? Manu Lovato: «Dovevo prenotare un eco al cuore entro 90 giorni, negli ospedali prima data marzo 2021, cliniche convenzionate posto zero, ma si ha il coraggio di dire: signora in privato 100 più 2 di bollo la visita la può fare in breve tempo». Patrizia Tedesca: «Caro Governatore, io pago anche le prestazioni per cui ho esenzione». Davide Mazzi: «A nessuno è capitato di pagare la visita privata senza fattura?». Marco Buselli: «La sanità veneta è di elevato livello, ma per una qualsiasi prestazione, anche banale, le liste di attesa presso il Cup sono fantozziane. Però appena si chiede se c’è posto per la stessa visita in modalità privata, in genere la lista d’attesa passa da praticamente mai a 24/48 ore». Ivo Saggion: «Mia mamma è morta a luglio nel reparto di medicina di Cittadella. 34 letti con una infermiera per turno. Ho dovuto sperdere 200 euro al giorno per assistenza anche solo per aiutarla a mangiare».
A tutti il governatore ha risposto, spiegando che le visite private sono consentite dalla legge, che c’è carenza di personale, che comunque i dati dimostrano che la sanità veneta è in mano al pubblico. Certo è che l’entità delle lagnanze dà l’idea di quanto sentito sia il tema sanità.
L’OPPOSIZIONE
A contestare il governatore è il Pd con il capogruppo Stefano Fracasso e il consigliere Claudio Sinigaglia: «Da una parte ci sono le parole di Zaia e dall’altra la realtà. Le visite serali, prefestive e festive? 136.000 su 4,5 milioni di visite di diagnostica d’immagine e su 60 milioni di visite specialistiche in generale. Una percentuale imbarazzante che certifica il fallimento dell’iniziativa. Il peso del privato? 2,8 miliardi di euro di consuntivo 2018 su 10 miliardi: il 28% che scende al 23% se vogliamo togliere i 500 milioni di medicina generale. E ancora: la spesa media pro capite dei veneti nella sanità privata è di 779 euro rispetto a una media italiana di 636. Dati che dicono chiaramente quale spostamento c’è in Veneto verso la sanità privata».
Però i dati forniti da Zaia, oggetto di uno studio di Azienda Zero, dicono il contrario e cioè che il privato non è assolutamente agevolato. «Ci sono tanti modi per favorire il privato – ribattono Fracasso e Sinigaglia – a partire dalle differenze tra budget preventivo e consuntivo, basti pensare che un mese fa l’Ulss 6 ha aggiunto al budget per i privati 1,2 miliardi di euro sottraendoli dai propri fondi. E poi l’applicazione del superticket, che rende le prestazioni pubbliche più onerose». Ma il superticket non è statale? «Rispetto al Veneto, altre Regioni hanno avuto il coraggio di rimodularlo o lo hanno tolto completamente: Zaia invece non ha fatto nulla nonostante lo avessimo ripetutamente richiesto».
I due esponenti dem rincarano: «Il privato – dati della relazione sociosanitaria 2018 – ha in mano il 70% della riabilitazione con 21.000 prestazioni su 30.000, il 17% delle dimissioni degli acuti ordinari, il 36% degli acuti diurni, il 15% della lungodegenza. Questi sono i veri numeri della sanità del Veneto».