Oltre 63 milioni di rosso a Verona, 268 in Veneto. È il risultato economico aggregato, decisamente negativo, conseguito da Ulss, Aziende ospedaliere e Istituto oncologico veneto, ripianato da Azienda Zero, che con una dotazione di 367,7 milioni di euro fa chiudere il bilancio 2018 della sanità regionale in attivo per poco meno di cento milioni. Il passivo scaligero è per lo più dovuto all’Ulss 9, che sfora di oltre 50 milioni di euro, mentre l’Azienda ospedaliera si limita a una perdita di 12,4 milioni. Approvati i consuntivi del vecchio anno a pochi giorni da San Silvestro, la Giunta ha deliberato anche il nuovo riparto per il 2019 e 2020. Quasi tre miliardi di euro, per la precisione 2 miliardi 964 milioni 725 mila, sono i finanziamenti per l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) assegnati all’Ulss 9 Scaligera per il biennio entrante: 1 miliardo 481 milioni 874 mila euro per quest’anno e 1 miliardo 482 milioni 851 mila euro per il prossimo. Poco più del budget messo a disposizione nel 2018. Complessivamente il finanziamento per Ulss, Aziende ospedaliere e Istituto oncologico del Veneto è di circa 16 miliardi 410 milioni, dei quali 8 miliardi e 200 milioni nel 2019 e 8 miliardi 209 milioni, nel 2020. La cifra, spiega la Regione in una nota, servirà a coprire la quota pro capite assegnata alle singole Ulss per assistito, che è pari a 7 miliardi 619 milioni 498 mila 683 euro sia nel 2019 che nel 2020, e poi i rinnovi contrattuali per il personale, quelli per il 2018-2019 con 103 milioni 351 mila 558 euro, e quelli 2019-2020 con 111 milioni 519 mila 125 euro. E ancora, i finanziamenti a funzione (Pronto Soccorso, Suem 118, distribuzione diretta farmaci, Rems di Nogara, Rete oncologica veneta, fibrosi cistica, didattica e privati accreditati) per 302 milioni 577 mila 533 euro per il 2019 e 302 milioni 438 mila 031 euro per il 2020. Queste cifre, tuttavia, potranno essere soggette a qualche aggiustamento ulteriore, quando sarà approvato il riparto del Fondo sanitario nazionale.«Nessun manager di nessuna azienda», ha infatti sottolineato il presidente della Regione, Luca Zaia, «potrebbe programmare senza sapere di quanto può disporre finanziariamente e, anche in questo caso, senza aspettare le lungaggini romane, abbiamo messo a disposizione dei nostri direttori generali un quadro chiaro delle risorse per il prossimo biennio a inizio 2019, pronti a fare i necessari aggiustamenti in corsa». «Abbiamo riservato particolare attenzione», ha aggiunto Zaia, «anche a tutto il nostro personale, inserendo il necessario per coprire gli aumenti contrattuali sia del triennio precedente che del 2019 – 2020». Una questione sulla quale si sofferma Sonia Todesco, segretaria provinciale Funzione pubblica Cgil: «Dal mio punto di vista non ci sono risorse sufficienti per il rinnovo dei contratti scaduti il 31 dicembre ( personale non medico ndr)», spiega, «è un grave problema perché la carenza negli organici delle nostre strutture è cronica e pesante: nella sola Ulss 9 mancano 200 infermieri e parecchi medici e non si fanno graduatorie. L’assurdità è che nel bilancio previsionale di Azienda Zero ci sono 11 milioni e 600mila euro per il personale, che sarebbe logico distribuire tra le Ulss in sofferenza». Critica anche la consigliera regionale del Pd, la veronese Orietta Salemi, in Commissione Sanità: «Vanno rivisti i criteri della ripartizione, valutando il fabbisogno sia in termini di risorse umane che di erogazione dei servizi». Porta degli esempi: «Le Ulss di Verona e di Padova, le più grandi, hanno esigenze diverse rispetto alle altre oltre che un passivo storico, sul quale interviene l’Azienda Zero per ripianare i debiti». «È evidente che i criteri utilizzati finora non vanno bene oppure», conclude, «vanno rivisti gli obiettivi. Il sistema in vigore non regge». A testimoniarlo anche l’allegato A alla delibera di Giunta regionale numero 1915 che certifica per l’Ulss unica provinciale uno sforamento di oltre 35 milioni tra valore della produzione (contributi diretti, ricavi da prestazioni, avanzi di esercizi precedenti, ecc) e costi della produzione che si attestano attorno al miliardo e 682 milioni, a fonte di un riparto che non raggiunge il miliardo e mezzo. (Francesca Lorandi – Valeria Zanetti)
L’ARENA DI VERONA – Sabato, 12 gennaio 2019