«Il presidente Luca Zaia mi ha confermato che, sul fronte dei trasporti, la Regione si muove verso la definizione di costi standard: sono quelli che, come Comune, chiediamo da tempo, per un’equa ripartizione dei fondi per i trasporti pubblici».
Così il sindaco Giorgio Orsoni commenta il colloquio telefonico avuto con il presidente della Regione, al quale nei giorni scorsi aveva indirizzato due missive, a fronte dei tagli previsti dal bilancio regionale per le aziende di trasporto (15 milioni a livello veneto, 6,5 dei quali ricadono su Actv), ma soprattutto sulla corsa della Lega (con il consigliere Bassi) a definire un riparto diverso dei fondi, gravemente punitivo per Actv. Venezia ha aumentato le tariffe e tagliato corse già nel 2011, altre città venete non l’hanno fatto. Tra le segnalazioni fatte da Orsoni a Zaia anche il fatto che – in assenza di stanziamenti certi – il Comune continua ad erogare i servizi previsti per il 2011, che non potranno essere tagliati a fronte di riduzioni di fondi che arriveranno in corsa: «Mi pare di poter dire che il messaggio è stato colto e si arriverà con i costi standard a un equilibrio delle risorse». (r.d.r.) di Roberta De Rossi Dopo quasi sei mesi di discussioni accese, proteste istituzionali e mobilitazioni dei veneziani, ieri la V commissione regionale ha approvato il Piano socio sanitario regionale, atteso da 16 anni, inviandolo al voto del Consiglio. Nell’ultima stesura sono state introdotte importanti novità per Venezia, che nella bozza originaria vedeva il proprio ospedale civile ridotto a una sorta di presidio sanitario. Così, l’«unicità» prima faticosamente riconosciuta a Venezia è stata sostituita con la «specificità» richiesta da consiglieri regionali veneziani, Comune, Municipalità e Forum Emergenza sanità, prevedendo fondi dedicati (anche se non ancora quantificati) «al fine di garantire ai cittadini pari opportunità di accesso ai servizi socio-sanitari». Trasporti, turismo, popolazione anziana e con patologie specifiche i punti critici della sanità lagunare. Riconosciuto poi a Venezia il diritto – in deroga ai parametri dei 200 mila abitanti – ad un ospedale di rete e anche al punto nascite, in deroga al limite dei 1000 parti. «Sapendo che l’ospedale di rete ha dotazioni inferiori ai servizi e reparti oggi attivati al Civile», commenta il consigliere regionale Idv Gennaro Marotta, «ho chiesto specificamente al presidente di commisisone Padrin e al direttore generale Sanità Mantoan cosa accadrà per Venezia e hanno assicurato che saranno salvati i servizi attualmente attivi al Santi Giovanni e Paolo. Anche per il punto nascite mi è stato risposto che Venezia è ricompresa tra le zone a bassa densità, che hanno al deroga, come quelle di montagna. Sono chiarimenti importanti sui quali vigilare quando saranno presentate le schede ospedaliere». «Vedremo se il quadro corrisponderà alla cornice», commenta il consigliere Pierangelo Pettenò (Federazione della Sinistra), «ma certo è importante che tutti i consiglieri abbiano votato l’articolo 11 che prevede che entro 90 giorni l’assessorato alla Sanità debba presentare le schede con le dotazioni ospedaliere in commissione per un parere vincolante: sarà la riprova che le rassicurazioni saranno tradotte in realtà». «Per i numeri puntuali dovremo attendere le schede», commenta il consigliere pd Bruno Pigozzo, «ma certo aver ottenuto le deroghe sull’ospedale di rete e il riconoscimento della specificità è una buona garanzia». Rassicurazioni che anche il sindaco Orsoni ha ricevuto dal presidente Zaia (che ha sentito per telefono) e dal dg Domenico Mantoan, che ha incontrato mercoledì. «Mi è stato assicurato che l’ospedale di rete ha nel piano dotazioni minime, ma che è prevista la conferma dei servizi esistenti al Civile, che saranno inserite nelle schede ospedaliere», commenta Orsoni, «come pure mi è stato assicurato che sarà stanziato per Venezia un finanziamento specifico robusto in riconoscimento della sua specificità lagunare, come anche per Chioggia, ma che per noi si tratterà di fondi riservati alla città d’acqua pur all’interno dell’Asl 12, che ricomprende terraferma e laguna. Mi pare di poter dire che c’è stata da parte della Regione un’attenzione alle esigenze di Venezia, così come prospettate dalla città». Da valutare il cambiamento nel numero dei posti letto: dai 4 per mille della prima bozza (377 in meno per l’Asl 12) ai nuovi numeri: 3 per mille per acuti, 0,5 per riabilitazione, 1,2 per mille in strutture intermedie (hospice, alzheimer, varie). Il che dovrebbe salvare l’ospedale di Dolo, oggi sotto il 3 posti letto ogni mille abitanti.
La Nuova Venezia – 6 aprile 2012