Basta guardare la mappa mondiale dei contagi per capire che la quarta ondata si sta concentrando drammaticamente in Europa e negli Stati Uniti, ovvero — paradossalmente — le due aree dove le vaccinazioni procedono più velocemente. I numeri parlano chiaro. Stati Uniti: quasi 600mila nuovi casi e oltre 8 mila morti a settimana (con il 60% della popolazione vaccinata con ciclo completo); Europa: oltre 2 milioni di nuovi casi e 28mila morti a settimana (65% della popolazione vaccinata); Africa: 10mila nuovi contagi e 500 morti a settimana (6% della popolazione vaccinata); Sud-est asiatico: 152mila casi e 3mila morti a settimana (28% della popolazione vaccinata). I dati — relativi ai primi 15 giorni di novembre — sono dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e degli Africa Centres for disease control and prevention.
Il Vecchio Continente è tornata ad essere epicentro della pandemia (in particolare i Paesi dell’Est), ha detto Hans Kluge, direttore Oms Europa, e 500mila persone potrebbero morire di Covid nei prossimi mesi. Cosa sta succedendo? Le variabili sono numerose: nell’emisfero Nord le temperature sono in discesa e sappiamo che con il freddo la circolazione del virus aumenta. Si trascorre più tempo al chiuso ed è stato dimostrato che, senza un adeguato ricambio d’aria, il rischio di contagio aumenta se in una stanza sono presenti molte persone. Poi c’è la questione dei non vaccinati. L’Austria ha introdotto un lockdown mirato per gli over 12 che non hanno ricevuto il vaccino. Altri Paesi europei stanno ragionando su eventuali restrizioni, in Italia ci teniamo stretto (e presumibilmente ancora a lungo) il green pass. Peraltro sul rilascio della certificazione con tampone rapido (durata 48 ore, a fronte delle 72 con molecolare) sono stati avanzati dei dubbi e il Governo ha annunciato che in vista del Natale le regole potrebbero essere riviste.
In Italia 45,5 milioni di persone hanno completato il ciclo vaccinale, ma i non vaccinati (inclusi i bambini sotto i 12 anni per i quali non è ancora approvato alcun vaccino) sono 14,5 milioni. Un bacino ampio per la circolazione del virus. E se pensiamo che l’Italia è uno dei Paesi europei che procede più velocemente nella campagna vaccinale, i conti sono presto fatti. La corsa del virus impone ai Governi di rivedere le regole del gioco. Le chiusure mirate in Austria equivalgono a «una massiccia riduzione dei contatti tra i vaccinati e i non vaccinati» ha detto alla Bbc Eva Schernhammer, docente di Medicina all’Università di Vienna. In Germania il nuovo Governo ha annunciato misure più severe nei confronti dei non vaccinati, per esempio l’esecuzione obbligatoria di un tampone prima di viaggiare su mezzi pubblici.
Opposta la linea della Gran Bretagna, nonostante i contagi in crescita: niente mascherine né distanziamento, si punta tutto sull’accelerazione della campagna vaccinale, con le terze dosi offerte a tutti gli over 40. In Francia, dove le nuove infezioni giornaliere sono raddoppiate rispetto all’inizio di ottobre (da 4mila a 8mila) è tornata la mascherina nelle scuole e le persone oltre i 65 anni, a partire dal 15 dicembre, avranno il green pass solo se ricevono la terza iniezione. Anche la Grecia ha imposto ai non vaccinati l’esecuzione di un tampone per accedere ai servizi pubblici e negozi. Fanno eccezione i Paesi in cui è stata vaccinata quasi la totalità della popolazione. Il Portogallo (90% di immunizzati) all’inizio di ottobre ha allentato le regole per il pass sanitario. In Spagna, che ha raggiunto un tasso di vaccinazione dell’80%, non è richiesta la certificazione. Tragica la situazione dell’Europa orientale. La Romania (dove solo il 34% della popolazione è vaccinato con ciclo completo) ha il più alto tasso di morte pro capite al mondo per Covid. In Bulgaria gli ospedali sono pieni di pazienti con infezione da Sars-CoV-2. Russia e Ucraina, che hanno tassi di vaccinazione inferiori al 50%, stanno introducendo nuove restrizioni.
IL CORRIERE DELLA SERA