Gli studi epidemiologici condotti su popolazioni esposte e le sperimentazioni negli animali da laboratorio sottolineano l’azione immuno-soppressiva di Pfoa e Pfos. Recentemente, tali effetti tossici sono stati rilevati anche nei molluschi bivalvi. Alla luce delle evidenze osservazionali sul cattivo stato immunologico delle vongole della laguna sud di Venezia, risultate oltremodo parassitarie e a rischio di “estinzione”, e alla luce della riportata contaminazione delle vongole commercializzate a Milano per Pfoa (31 ng/g) ci si domanda se possa esserci una associazione.
I dati storici prodotti dal CNR nel suo studio sui Pfas del 2013, e i controlli Arpa fino al 2015 hanno rilevato importanti concentrazioni di Pfoa ( nell’ordine dei 200 ng/Litro) nel tratto finale del Fratta Gorzone, in prossimità della confluenza con il Brenta. Il sistema Fratta Gorzone fa parte del bacino scolante della laguna di Venezia ed è notoriamente famoso per il suo carico inquinante associato alla sostanza organica trasportata. Tale sostanza organica una volta sedimentata costituisce la sorgente di esposizione per organismi bentonici quali le vongole. Se quindi la contaminazione da Pfas nelle acque del Fratta Gorzone sembra progressivamente rientrata dal 2015 quale conseguenza di una maggiore attenzione agli scarichi e ai livelli di pfas associati, la caratterizzazione della contaminazione di lunga durata associata ai sedimenti nelle zone di interesse lagunare per la venericoltura e allo stato sanitario delle vongole non è ancora conosciuta.
Di questi problemi sanitari legati alla produzione delle vongole si parlerà oggi in un incontro in Regione con i detentori di interesse, anche per garantire la tracciabilità delle vongole in base all’area di raccolta consentita, a fronte delle recenti infrazioni registrate dal magistrato delle acque riguardante la raccolta in zone non autorizzate. Dal tavolo di discussione potranno di sicuro emergere indicazioni per assicurare la immissione sul mercato di un prodotto di elevata qualità ed economicamente rilevante per i pescatori, in base a requisiti di qualità ambientale tarati su tale risorsa alimentare, nel quadro della strategia sulle acque per quanto riguarda il buono stato chimico.
A tale proposito l’Istituto olandese per ambiente e salute RIVM ha proposto in 48 ng/L di Pfoa la concentrazione critica nelle acque a garanzia di un consumo sicuro della risorsa ittica, concentrazione che potrà essere rivista al ribasso in base all’atteso parere EFSA su Pfos e Pfoa.
Allegati
Morie di vongole e ostriche. Il rapporto tra patogeni, ambiente e tecniche di allevamento – IzsVe
Studio CNR Pfas 2013 principali bacini italiani
Studio RIVM Water quality standards for Pfoa
22 giugno 2018 (redazione Sivemp Veneto)