Il 25 luglio il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha nominato i membri del Consiglio Superiore di Sanità che lei stessa, soltanto dieci mesi fa, aveva designato per tre anni. I componenti dell’organismo consultivo che lavora a stretto contatto con il ministro scendono da 40 a 30, la metà è donna.
La scelta del ministro si è orientata oltre che sulla rappresentanza femminile anche sul rinnovamento con molte esclusioni illustri fra cui Alberto Zangrillo, il medico di fiducia di Berlusconi, Francesco Romeo, presidente della Società Italiana di Cardiologia e Giovanni Simonetti, direttore della Cattedra di Radiologia all’università di Roma Tor Vergata. Romeo ha scritto in una lettera al ministro il suo disappunto per una esclusione non ispirata ai principi di competenza e professionalità. Zangrillo ha denunciato che la sua non riconferma è un atto politico per essere il medico personale del leader di Forza Italia.
È fra i non confermati al Consiglio Superiore di Sanità dal ministro Lorenzin. I suoi titoli se la battono con i candidati al Nobel. È finito, come dice sorridendo, nell’elenco dei cattivi. Sardo, origini lucchesi, nipote di Francesco Cossiga, dice di essere un uomo di destra amato dalla sinistra. Giovanni Simonetti potrebbe aver pagato l’amicizia con Silvio Berlusconi «di cui mi vanto» che è fra i suoi clienti insieme con altri assidui frequentatori degli scranni parlamentari a vasto arco costituzionale. È uno degli uomini chiave e simbolo dell’Università di Tor Vergata.
Francesco Romeo, presidente della Società Italiana di Cardiologia, ha scritto su Il Tempo una lettera al ministro nella quale rivendica la sua non appartenenza a lobby sottolineando che un anno fa fu scelto per la sua autonomia, la stessa che gli è costata il posto nel nuovo giro di nomine.
Si tratta di una esclusione davvero singolare. Romeo dovrebbe essere nel Consiglio visto che la sua fama è cresciuta. Qui si parla di scienziati. Mi pare che il gruppo di Tor Vergata sia stato colpito a mano bassa, fatta eccezione per il rettore Giuseppe Novelli (e meno male) a vantaggio della folta rappresentanza della Cattolica. È evidente una scelta di campo.
I componenti del Consiglio sono passati da 40 a 30. Diciotto sono di nuova nomina nel segno – ha detto Lorenzin – del rinnovamento
Se la riduzione dei membri è ispirata alla spending review va precisato che non serviva poiché si tratta di incarichi a costo pressoché zero. Forse viene rimborsato soltanto il biglietto aereo a chi viene da fuori Roma. Niente spese di vitto e nemmeno di alloggio.
Via i vecchi, largo ai giovani.
Rispetto i giovani. Ma non si deve fare di tutta un’erba un fascio. Il ricambio generazionale non può essere adottato a spese dell’esperienza e della conoscenza trasmissibile. Qualcuno si ispira all’America, ma dimentica che negli Usa la specializzazione è assai circoscritta. Da noi è diverso. A scuola, all’Università, ci insegnano ad approfondire a espandere, a guardare intorno. Non si può rottamare chi porta esperienza.
Il ministro Lorenzin ha detto di aver esaminato personalmente i cento curricula alla selezione individuando altissima professionalità e competenze specifiche riconosciute a livello internazionale.
Comparare i curricula è semplice e difficile contemporaneamente. Diciamo così. Ho scritto 23 libri, sono stato braccio destro di due ministri. Ho fondato i Quaderni della Salute. La mia storia di scienziato è pubblica. Sono stato presidente della prima sezione del Consiglio. E non voglio fare confronti. Però una telefonata me la sarei aspettata dopo sei anni di collaborazione. Magari una mail. Al limite una lettera. Come si dice, un riscontro ad personam, un segno di rispetto. Invece niente. Questa è l’unica cosa che mi dispiace. Per il resto non voglio davvero fare polemica. Mi aspettavo solo un cenno. Il mio contributo l’ho dato. Un impegno in meno a vantaggio della mia passione, la pesca. Con la gioia di condividerla con mio figlio in giro per il mondo.
Lasciamo il mare e torniamo al Ministero, quale altro errore è stato commesso?
Diciamo che il ministro è stato mal consigliato. Conosco l’ambiente e le persone che lo vivono. Le nomine al Consiglio sono ruoli pro tempore per le quali la politica ha giocato le sue carte. Vedremo in che cosa si sostanzierà il cambiamento.
Che cosa si sente di dire al ministro Lorenzin
L’Italia ha bisogno di una visione più ampia, anche nella pubblica amministrazione. La rispetto. Mi piacerebbe aiutarla. Si, mi piacerebbe aiutare Beatrice Lorenzin.
Anna Fiorino – Il Tempo – 29 luglio 2014