Francesca Schianchi. «Vogliamo discutere che non c’è un presidente di regione che guadagna meno del presidente del Consiglio?». Non era esattamente la frase giusta per stemperare il clima, quella pronunciata dal premier Matteo Renzi martedì sera davanti ai parlamentari del Pd riuniti a Montecitorio: «Probabilmente si riferiva ai deputati», la liquida il presidente toscano Enrico Rossi; «questa risposta non risolve i problemi che i governatori gli pongono», aggiunge il pugliese Michele Emiliano, mentre il collega ligure Giovanni Toti puntualizza che «i governatori guadagnano quanto è stabilito dalla legge».
Ma quanto è? La Conferenza delle regioni, un paio d’anni fa, ha individuato un massimale che non può essere superato: 13.800 euro lordi mensili onnicomprensivi per il presidente, e 11.100 per i consiglieri regionali. Entro quelle cifre, ogni regione si regola come crede. Ma deve rendere pubbliche le proprie scelte: in base a un decreto legislativo del 2013, anche le Regioni sono tenute a pubblicare sul proprio sito web una serie di dati, tra cui i «compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica». Obbligo a cui ottempera il Lazio, per esempio, facendoci scoprire che il presidente Nicola Zingaretti ha diritto a 13.800 euro lordi complessivi al mese, esattamente come il suo omologo veneto, Luca Zaia, ma anche come il pugliese Emiliano e il calabrese Mario Oliverio, anche se le tre voci che costituiscono il totale uguale per tutti (indennità di carica, indennità di funzione e rimborso delle spese per l’esercizio del mandato), sono diversamente distribuite da una regione all’altra. Poco meno è previsto per il governatore ligure Toti, 13.764 lordi: nel suo caso, si legge anche la proiezione del guadagno netto, 10.514,77 euro. Poco più del netto che, fanno sapere dalla Regione Campania, spetta al presidente Vincenzo De Luca: per lui 10.240 euro.
Importi lordi simili spettano anche al presidente della Lombardia, Roberto Maroni (13.245 euro), e al toscano Enrico Rossi, 13mila tondi tondi, che moltiplicati per le dodici mensilità a cui hanno diritto consiglieri e presidenti, fanno un conto di 156mila euro l’anno: ieri Rossi diceva «io prendo quanto un direttore, anzi meno del direttore generale della mia regione», ebbene è vero, stando al sito istituzionale il «suo» direttore generale viaggia sui 170mila lordi annui.
Scende a un assegno di 12.530 euro mensili al lordo delle tasse la governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani; meno di lei, in Piemonte, spetta a Sergio Chiamparino, che ha diritto a 12.420 lordi. A notevole distanza si colloca l’Emilia Romagna: il suo presidente, Stefano Bonaccini, sta sui 9758 lordi. L’unico che potrebbe contestare le parole di Renzi: per lui, Palazzo Chigi prevede un’indennità lorda di 9.566,39 euro al mese.
La Stampa – 5 novembre 2015