La legge di bilancio dovrà vedere il via libera entro il 31 dicembre (anche se l’esecutivo conta di chiudere tutto ben prima di Natale), per poi entrare in vigore dal 1° gennaio. E se ci saranno misure subito operative – come le pensioni con quota 103 con penalizzazioni, il mantenimento del taglio del cuneo contributivo, il dimezzamento a 200 milioni del rifinanziamento del bonus elettrico per il primo trimestre 2024 – non tutte le norme previste dal testo attuale diventeranno subito operative. Alcune novità avranno bisogno di ulteriori interventi – decreti ministeriali e provvedimenti di agenzie – perché possano essere tradotte in realtà: in tutto sono 37 i provvedimenti attuativi che la legge di bilancio al momento richiede. Un sensibile dimagrimento rispetto alla manovra 2023 varata alla fine dell’anno scorso, che uscì dal Consiglio dei ministri con 67 provvedimenti attuativi. Un numero che il successivo iter parlamentare, con l’approvazione degli emendamenti, fece salire a quota 119.
Quest’anno probabilmente non si assisterà a questa moltiplicazione. Tuttavia, già gli attuali 37 provvedimenti attuativi previsti saranno necessari per sbloccare, solo nel 2024, risorse per 3,2 miliardi. Risorse che salgono a 6,5 miliardi se si considera il triennio 2024-2026.
Tra i provvedimenti attuativi da varare, molti riguardano norme già finite sotto la lente. È stata travolta dalle polemiche, prima della presentazione del testo definitivo della manovra, la norma sul cosiddetto pignoramento sprint sui conti correnti, che infatti nella versione finale è stato limato, con l’eliminazione della notifica “senza indugio” alla banca del debitore. Ora “l’agente della riscossione può avvalersi, prima dell’azione di recupero coattivo, di modalità telematiche di cooperazione applicativa e degli strumenti informatici, per l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie”. Tuttavia le “soluzioni tecniche di cooperazione applicativa e di utilizzo degli strumenti informatici per l’accesso alle informazioni” andranno definite con uno o più decreti del ministero dell’Economia, nel rispetto dello Statuto del contribuente, sentito anche il Garante per la privacy.
C’è poi il decreto del ministro per gli Affari europei, Sud, coesione e Pnrr che dovrà definire le modalità di accesso, criteri, applicazione e fruizione per il credito d’imposta riferito alla Zona economica speciale (Zes) unica del Mezzogiorno. Un credito d’imposta che la manovra individua nel limite di spesa di 1,8 miliardi per il 2024.
Tra i rifinanziamenti più importanti, c’è quello della Carta “Dedicata a te”. La manovra 2023 aveva istituito un fondo da 500 milioni per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità da parte di chi ha un Isee non superiore a 15mila euro. Il decreto Energia, entrato in vigore a settembre, ha esteso il fondo all’acquisto di carburanti, o, in alternativa, di abbonamenti per i mezzi del trasporto pubblico locale, aggiungendo 100 milioni nel 2023. Ora la manovra 2024 stanzia altri 600 milioni, che però andranno ripartiti con un decreto del ministro dell’Agricoltura, di concerto con il ministro delle Imprese e del made in Italy, con quelli del Lavoro e dell’Economia.