Se ne è parlato in un trilaterale cui hanno partecipato l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO), l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (WIPO) e l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO): “Non c’è certezza su quando la prossima pandemia ci colpirà, ma c’è assoluta certezza che accadrà di nuovo. Possiamo e dobbiamo fare di meglio la prossima volta, per noi stessi e per i nostri figli”.
Il 16 dicembre scorso l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO), l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (WIPO) e dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) hanno evidenziato come il mondo sia stato capace di muoversi rapidamente spinto da una situazione di emergenza come quella creata dalla pandemia da Covid.
Una lezione, quella del Covid, che le tre organizzazioni vogliono ora mettere a frutto per il futuro perché, come ha sottolineato il direttore generale del WIPO, Daren Tang, “non c’è certezza su quando la prossima pandemia ci colpirà, ma c’è assoluta certezza che accadrà di nuovo. Possiamo e dobbiamo fare di meglio la prossima volta, per noi stessi e per i nostri figli”.
Da qui l’auspicio di Tang che il simposio trilaterale “ci avvicini e rafforzi la nostra volontà collettiva di lavorare in tutte le agenzie, insieme ai nostri partner negli Stati membri, all’industria e alla società civile, per fornire un risultato migliore, più sano e più sostenibile per il nostro mondo”.
Perché, su questo sono tutti d’accordo, “la cooperazione è un fattore chiave per promuovere l’innovazione e un accesso equo e tempestivo ai prodotti sanitari – per COVID-19 e in preparazione di future pandemie”.
“Il simposio di oggi riguarda un dialogo franco, inclusivo ed empiricamente fondato su come il commercio globale e le norme sulla proprietà intellettuale abbiano contribuito a ciò che è andato bene – e cosa no – con la risposta globale alla pandemia di COVID-19. Ciò contribuirà a gettare le basi per una migliore risposte alle future crisi sanitarie globali”, ha invece sottolineato il direttore generale del WTO Ngozi Okonjo-Iweala.
Perché, come ha evidenziato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus “Nonostante tutti i progressi che abbiamo ottenuto negli ultimi tre anni, gravi disuguaglianze globali ostacolano ancora la risposta”, e in questo senso “la produzione locale di vaccini, diagnostici e terapeutici è fondamentale per porre fine a questa pandemia e per rafforzare la preparazione alle emergenze future”.
Il discorso di apertura del summit trilaterale è stato affidato a Salim Abdool Karim, direttore del Centro per il programma di ricerca sull’AIDS in Sudafrica e professore di salute globale alla Columbia University.
Karim ha esaminato gli sviluppi durante la pandemia da una prospettiva scientifica e ha discusso le possibili vie da seguire per quanto riguarda la preparazione e la risposta alla pandemia. Ha notato che, sebbene abbiamo raggiunto un’immunità diffusa dalla vaccinazione e dall’infezione naturale che ha ridotto l’ospedalizzazione e la malattia grave, il virus continua a diffondersi, creando un rischio sempre presente di nuove varianti imprevedibili.
Nel corso del simposio poi due panel, uno moderato da Anabel González, vicedirettore generale del WTO, che ha discusso le principali sfide globali incontrate durante la pandemia di COVID-19, con relatori del South Centre, Africa Centres for Disease Control and Prevention, Gilead Sciences, the International Associazione dei medicinali generici e biosimilari e Medici Senza Frontiere (MSF) e l’altro, moderato da Hanan Hassan O Balky, vicedirettore generale dell’OMS, divisione Accesso ai medicinali e ai prodotti sanitari, che ha discusso come rispondere e riprendersi dalla crisi sanitaria generata dal COVID-19, oltre a costruire resilienza contro future pandemie.
Tra i relatori rappresentanti dell’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze e alla salute della Commissione europea, del Ministero della salute argentino, del Ministero della salute indonesiano, dell’organo negoziale intergovernativo dell’OMS (WHO INB), della rete dei produttori di vaccini dei paesi in via di sviluppo (DCVMN), della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI ) e dell’Oxfam International.
La condivisione di tecnologia e know-how, la diversificazione geografica della produzione, la sicurezza della catena di approvvigionamento, i processi di approvazione normativa senza intoppi, la messa in comune di appalti e finanziamenti e un sistema equilibrato per la proprietà intellettuale e l’innovazione che contribuisca a garantire un accesso equo per tutti alle tecnologie sanitarie, sono stati citati come elementi chiave per essere meglio preparati alle future pandemie.