Ivo Caizzi. C’è una ulteriore conferma delle anomalie nella procedura di selezione delle 19 città candidatesi per ospitare l’Agenzia delle medicine (Ema), attuata dalla Commissione europea del lussemburghese Jean-Claude Juncker.
Il governo della Svezia, che aveva proposto Stoccolma, inviò a Bruxelles una «forte critica» sulle «valutazioni della Commissione Ue per l’Ema» quando era in corso il procedimento, poi conclusosi il 20 novembre scorso con la vittoria per sorteggio di Amsterdam su Milano in una riunione dei 27 ministri Ue degli Affari generali.
«Noi dissentiamo fortemente dai criteri non obiettivi nel procedimento delle candidature per l’Ema — denunciava il governo svedese —. Questo processo deve avere un solo obiettivo: la sicurezza dei pazienti nell’interesse dei 500 milioni di cittadini europei. Questo deve essere il criterio per la valutazione Ue e per il voto degli Stati membri». Una lettera del 12 ottobre scorso, firmata dalla ministra della Salute svedese Annika Strandhall e dalla collega degli Affari Ue Ann Linde, diretta al segretario generale olandese della Commissione europea Alexander Italianer, inizia proprio dall’importanza per i cittadini dell’Agenzia delle medicine, che dovrebbe lasciare Londra a fine marzo 2019 per la Brexit.
Ma denuncia anche una bocciatura Ema errata su Stoccolma. «La valutazione tecnica stabilisce che la candidatura svedese non ha i requisiti per l’Ema» a causa degli edifici per accoglierla, si legge nel testo. Le due ministre replicano che la proposta della Svezia, invece, «rispetta più del richiesto tutti gli specifici criteri». Indicano «l’ultramoderno Life City building in costruzione nel centro di Stoccolma», più in alternativa una «proprietà di alto profilo disponibile dall’1 aprile 2019 in zona centralissima». Aggiungono i dati che smentiscono «la valutazione tecnica che non ha dato la luce verde».
Il governo svedese la definì «non seria». La lettera del 12 ottobre impose alla Commissione Juncker di rimettere mano al dossier svedese.
Imbarazzò anche Italianer, il più importante tra i circa 36 mila euroburocrati dell’istituzione Ue. Anche perché l’attenzione alle carenze di Stoccolma (inesistenti) stona con la disponibilità verso Amsterdam.
Il Corriere della Sera ha rivelato che il Vivaldi building per l’Ema è solo uno sterrato all’estrema periferia. Inoltre l’edificio temporaneo, promesso per colmare i ritardi di quello principale, non era stato individuato. Tanto che il governo olandese chiese (e ottenne dalla Commissione europea) di segretare questa parte della proposta di Amsterdam: non solo verso i cittadini (come accade spesso nelle attività Ue), ma perfino verso i Paesi concorrenti. Quelli più attenti, come la Svezia, non poterono così controllare e protestare.
La settimana scorsa Italianer si è dimesso a sorpresa, ufficialmente per prepensionarsi a soli 61 anni. Il capo di gabinetto tedesco di Juncker, Martin Selmayr, è subentrato con una nomina fulminea e irrituale. Verdi e sinistre hanno chiesto una commissione d’indagine dell’Europarlamento per ottenere trasparenza su questo avvicendamento.
Il Corriere della Sera – 1 marzo 2018