Equitalia chiusa per decreto legge con contestuale rottamazione delle vecchie cartelle esattoriali. Irrobustimento della dote per il pacchetto previdenza, che sale da 6 a 7 miliardi in tre anni, costruito attorno al bonus quattordicesime e all’anticipo pensionistico con prestito bancario per il quale viene allargata nuovamente la platea dell’Ape social (a costo zero) per le categorie di lavoratori in condizioni di difficoltà. Spinta agli investimenti, facendo leva sul piano Industria 4.0, con 15 miliardi in 8 anni e con la conferma del taglio dell’Ires dal 27,5% al 24% e la nascita dell’Iri in formato flat tax per le piccole imprese (oltre 3 miliardi). Proroga in versione estesa del bonus ristrutturazioni. Rafforzamento degli sgravi di produttività. Sterilizzazione delle clausole fiscali da oltre 15 miliardi. Nessun taglio alla sanità, con la conferma dei 113 miliardi previsti per il Fondo sanitario nazionale. E ulteriore riduzione del canone Rai (da 100) a 90 euro. Le slide e il comunicato di Palazzo Chigi
Sono queste le tessere chiave del mosaico della legge di bilancio varata ieri dal Consiglio dei ministri insieme a un Dl, di fatto “collegato”, prevalentemente fiscale. La manovra “espansiva” illustrata con una serie di “slides” dal premier Matteo Renzi e dal ministro Pier Carlo Padoan sale di 2 miliardi di rispetto a quanto ipotizzato fino a venerdì attestandosi a quota 27 miliardi.
Il Governo ha confermato la previsione di crescita del Pil dell’1% il prossimo anno ma rispetto alla Nota di aggiornamento del Def, ha rivisto al 2,3% la stima del deficit ribadendo l’intenzione di utilizzare fuori dal Patto di stabilità europeo una quota di indebitamento pari allo 0,2% del Prodotto per il fenomeno migranti. La scommessa di palazzo Chigi con la legge di Bilancio resta insomma quella della crescita. Anche per questo motivo la spending review risulta non toppo marcata (oltre 3 miliardi), con l’intento di evitare ricadute recessive. Il grosso dei risparmi arriverà dal rafforzamento del meccanismo di centralizzazione degli acquisti Pa sulla base del modello Consip. Il sistema di coperture è completato dall’utilizzazione di 1,6 miliardi attinti dai grandi Fondi per le politiche economiche gestiti direttamente e indirettamente da Palazzo Chigi (e dal Mef) e dalle maggiori entrate garantite dall’operazione Equitalia-cartelle (4 miliardi) e dalla voluntary disclosure bis (2 miliardi).
I testi del disegno di legge di bilancio e del decreto legge sono stati approvati dal Consiglio dei ministri con la formula «salvo intese». E questo consentirà ai tecnici del governo di affinare gli articolati e le tabelle prima dell’invio in Parlamento, atteso entro il 20 ottobre. Quest’anno la navigazione parlamentare della legge di bilancio comincerà alla Camera, che punta a dare il suo via libera prima della fine di novembre, e quindi prima del referendum costituzionale (4 dicembre). Al più tardi domani mattina dovrà invece arrivare sul tavolo della Commissione Ue il Dpb (documento programmatico di bilancio) con le linee guida, la sintesi degli interventi e i numeri della manovra.
Tornando alle misure, il testo della manovra varata dal Governo prevede la proroga della decontribuzione sulle assunzioni solo per le aziende che assumono i neo-diplomati con l’alternanza “scuola-lavoro”. Arrivano il pacchetto welfare aziendale e sgravi di produttività in versione rafforzata: le soglie salgono fino a 4mila euro di premio e 80 mila euro di reddito (da 2.000 e 50.000). Per dare più forza agli investimenti il Governo punta sul piano “Industria 4.0”. Con la proroga del superammortamento al 140% sugli investimenti in beni strumentali materiali fatti dal gennaio 2017 fino a giugno 2018. Il tutto amalgamato all’iperammortamento al 250% sugli investimenti in beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese. Prorogata anche la “Sabatini” e rifinanziato il Fondo di garanzia per le Pmi.
Il Governo ha anche annunciato che investimenti pubblici (Anas, Ferrovie e via dicendo) aumenteranno di 12 miliardi in 3 anni: 2 miliardi in più il prossimo anno per poi salire ulteriormente di 4 miliardi nel 2018 e di 6 miliardi nel 2019. Sempre nell’ottica di favorire la crescita, il bonus ristrutturazioni viene prorogato ed esteso a condomini e alberghi.
Per il personale della pubblica amministrazione vengono stanziati 1,9 miliardi “lordi”. Una dote da utilizzare per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, la stabilizzazione dei precari e la riorganizzazione di polizia e delle altre forze dell’ordine. Confermato il capitolo enti locali. Su questo versante arrivano anche 100 milioni per i Comuni che hanno accolto i rifugiati sotto forma di una tantum di 500 euro per ogni persona ospitata.
Conferma anche del pacchetto famiglia (aiuto-bebé e bonus mamme) al quale vengono destinati 600 milioni, e della destinazione di nuove risorse alla lotta alla povertà. Viene poi rinnovato il bonus cultura per gli over 18 (maggiorenni) con uno stanziamento di circa 270 milioni. E vengono previste apposite borse di studio per gli studenti meritevoli, oltre alla no tax area collegata alle Università per i redditi bassi. Con la legge di bilancio è stanziato complessivamente 1 miliardo in più per scuola e università. Una parte di queste risorse è destinata alle scuole non statali e in particolare alle materne paritarie e agli istituti con molti insegnanti di sostegno o numerosi studenti disabili.
Di seguito, i punti qualificanti del provvedimento:
COMPETITIVITA’: la manovra prevede prima di tutto misure di sostegno alla competitività e di stimolo agli investimenti secondo la strategia “Industria 4.0” con un effeto di mobilitazione di risorse di 20 miliardi. Tra gli strumenti, la proroga del super-ammortamento del 140% sull’acquisto di beni strumentali e l’iperammortamento, ovvero una maggiorazione dell’ammortamento al 250% sull’acquisto di beni strumentali e immateriali (software) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa. E ancora, 1 miliardo al Fondo di Garanzia per le PMI che significa fino a 25 miliardi di credito per le piccole e medie imprese e la proroga della cosiddetta “Nuova Sabatini”, nonché misure di sostegno alle start-up innovative. Infine, è previsto un rafforzamento della detassazione dei premi di produttività.
TASSE: si conferma la riduzione dell’Ires già disposta nella Legge di Stabilità del 2016 e la progressiva riduzione del carico fiscale. Grazie alla disattivazione della clausola di salvaguardia prevista in precedenti leggi di stabilità, si evitano aumenti per circa 15 miliardi di euro di Iva e accise. Per il triennio 2017-2019 viene abolita la cosiddetta “Irpef agricola”: i redditi dominicali e agricoli non concorrono cioè alla base imponibile Irpef di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. E per gli agricoltori under 40 è prevista la decontribuzione. Inoltre, il reddito d’impresa degli imprenditori persone fisiche viene assoggettato all’aliquota Iri del 24%, la stessa dell’Ires, anziché essere ricompreso nel reddito complessivo ed essere sottoposto alla progressività dell’Irpef: in questo modo l’imposta scenderà significativamente. La manovra prevede anche interventi a favore delle Partite Iva.
PENSIONI: sette miliardi in tre anni a sostegno delle pensioni più basse, con l’introduzione della quattordicesima e la possibilità di andare in pensione prima. Aumenta la no tax area per i pensionati anche di età non superiore a 75 anni. L’Anticipo pensionistico (APE) spetta ai lavoratori che abbiano almeno 63 anni e sono a 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia. Potranno accedere all’APE sociale i lavoratori che abbiano almeno 30 anni di contributi se disoccupati, invalidi o con di parenti 1° grado con disabilità grave oppure per chi avrà raggiunto i 36 anni di contributi facendo dei lavori cosiddetti “pesanti”. Queste categorie di lavoratori potranno andare in pensione fino a tre anni prima senza nessun onere fino a 1.500 euro lordi di pensione. Potranno accedere all’APE volontaria i lavoratori che avranno 20 anni di contributi versati, in questo caso la rata di restituzione del prestito andrà di media dal 4,6% al 4,7%. L’APE aziendale ha gli stessi meccanismi di funzionamento di quella volontaria, ma le rate di restituzione del prestito saranno a carico dell’azienda. Tutti gli iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria avranno diritto al cumulo gratuito dei contributi ai fini della pensione anticipata e di vecchiaia.
SANITA’: si conferma il finanziamento al Servizio sanitario nazionale e vengono introdotte finalizzazioni per cure avanzate (farmaci oncologici, per l’epatite C etc) e per la stabilizzazione di giovani medici e infermieri. 113 miliardi (2 in più del 2015).
SOCIALE: sono previste misure a sostegno della povertà. Dal 2018, con risparmi “istituzionali”, ci saranno 500 milioni di aumento del Fondo per la lotta alla povertà. Da subito, 50 milioni al Fondo dedicato alla non autosufficienza. Alle politiche per la famiglia vanno 600 milioni.
PARI OPPORTUNITA’: 60 i milioni destinati al piano antitratta, a quello contro la violenza alle donne e a sostegno dell’impresa femminile.
TERREMOTO: 4,5 i miliardi che vanno alla ricostruzione di Accumoli, Amatrice, Arquata e degli altri territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016.
INCENTIVI: 3 miliardi in tre anni per bonus dedicati alle ristrutturazioni edilizie (anche per condomini e alberghi), per il contrasto al dissesto idrogeologico e per l’edilizia scolastica. Previsto il potenziamento di quelli per la riqualificazione energetica e per gli adeguamenti antisismici.
INVESTIMENTI: 12 miliardi aggiuntivi in tre anni per gli investimenti pubblici dalle infrastrutture all’ambiente e alle attività produttive, a partire dall’attuazione del Masterplan per il Mezzogiorno.
PERIFERIE: 2,1 miliardi finalizzati al recupero delle periferie (120 i progetti presentati al bando periferie).
PUBBLICO IMPIEGO: 1,9 i miliardi impegnati per il rinnovo dei contratti nella pubblica amministrazione, per le retribuzioni di forze armate, dei corpi di polizia e per nuove assunzioni.
SCUOLA E UNIVERSITA’: oltre 800 milioni per il sostegno agli studenti, al diritto allo studio e il rafforzamento della Buona Scuola.
ENTI TERRITORIALI: 3 miliardi a supporto dei bilanci di Regioni, Comuni, Enti territoriali.
Marco Mobili e Marco Rogari – Il Sole 24 Ore – 16 ottobre 2016