È mattina presto, quando il segretario della Lega Matteo Salvini chiama il governatore del Veneto Luca Zaia. «A che gioco stai giocando? Con chi stai?», gli chiede a bruciapelo, dopo aver letto su di come Silvio Berlusconi stia corteggiando il suo collega di partito promettendogli ruoli di rilievo in una futura coalizione.
Zaia rappresenta il Carroccio di governo. Una versione che piace al leader di Forza Italia, infastidito dalle continue uscite di Salvini e da una linea che considera troppo estrema per il centrodestra unito che ha in mente. «Sono con te, parlo con tutti ma questo non significa niente», ha risposto il governatore veneto a un segretario chiaramente infuriato. Tanto da dire poco dopo, a un’iniziativa a Milano: «Zaia fa e farà benissimo il governatore del Veneto. Maroni fa e farà benissimo il governatore della Lombardia. Io sono pronto anche domattina a sfidare Matteo Renzi e Beppe Grillo». Un messaggio chiaro sulla leadership, che Salvini sceglie di ammorbidire appena: «Zaia l’ho sentito stamattina. A differenza del Pd non abbiamo 18 correnti, ma siamo una squadra. Siamo un gruppo, non riusciranno a dividerci puntando sui protagonismi di questi o di quello».
Quanto a Umberto Bossi, che sempre Berlusconi sognerebbe di candidare con Forza Italia per strappare il 3 per cento di consensi alla Lega, «continuo ad ascoltarlo con estrema attenzione – dice Salvini al sito Affari Italiani – poi decido di testa mia».
Di testa sua, il segretario del Carroccio ha deciso di organizzare per aprile le primarie del centrodestra insieme alla leader di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni e a Raffaele Fitto (tentativo non nuovo, a destra, ma sempre fallito). Ancora una volta, contro il parere di Silvio Berlusconi. L’ex Cavaliere spera in una sentenza positiva della Corte di Strasburgo che lo riammetta alla vita politica. O comunque, pensa di dover essere lui a dare le carte. A maggior ragione in un momento in cui vede il Pd estremamente indebolito e sente che le chances di una nuova coalizione potrebbero riportare i suoi al governo del Paese. Proprio per questo, Salvini invia messaggi di fuoco. «Lavorerò per fare una squadra più ampia possibile – ha detto il leghista al mattino a Rtl – ma se si votasse stamattina noi non saremmo alleati. Per serietà nei confronti degli elettori». Poi spiega: «Io dico, scrivo, sono convinto e combatto perché l’Italia torni ad avere una sua moneta e il controllo dei suoi confini, come faccio ad allearmi con qualcuno che dice che l’Euro non si tocca, che l’Europa non si tocca e che sull’immigrazione non devo esagerare? Non sarebbe serio». Poche ore dopo, però, corregge: «Se Silvio Berlusconi vuole fare un accordo sono la persona più felice del mondo, ma siccome il centrodestra in passato qualche erroruccio lo ha fatto, non sono disposto a imbarcare chiunque, non i Cicchitto e gli Alfano». Per concludere: «Sul progetto non transigo, chi fa il candidato premier è l’ultimo dei miei problemi».
Repubblica – 21 febbraio 2017