Non c’è due senza tre. Anche quest’anno è in arrivo la proroga per la presentazione della domanda di aiuti Pac. La scadenza, fissata da Bruxelles, è il 15 maggio, ma finora è stato lavorato solo il 40% dei fascicoli con punte che scendono al 20% in alcune regioni, tra cui l’Emilia Romagna dove Agrinsieme (il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Copagri e Alleanza delle coop agroalimentari) ha denunciato i rischi non solo di ritardi, ma anche di errori che possono pregiudicare l’accesso ai contributi.
Gli uffici del ministero delle Politiche agricole fanno sapere che il ministro Maurizio Martina ha presentato al commissario Ue, Phil Hogan, la richiesta di slittamento del termine in occasione del Vinitaly e il regolamento dovrebbe arrivare a giorni. Anche perché in difficoltà non c’è solo l’Italia. Problemi si registrano infatti in Francia, che però gestisce un numero nettamente inferiore di domande (400mila a fronte delle circa 900mila del nostro Paese) e, per quanto riguarda lo Sviluppo rurale, anche in Spagna e Olanda.
I giochi dunque sono fatti e sicuramente i Centri di assistenza agricola (Caa), da cui transitano le richieste di aiuti, avranno tempo fino al 15 giugno. E sono stati proprio i responsabili dei Caa ad aver denunciato l’impossibilità di rispettare i tempi. Quest’anno poi la situazione è peggiorata, perché la domanda va presentata in forma grafica e richiede un iter più difficile e lungo dello scorso anno. A rallentare i lavori sicuramente la complessità della normativa comunitaria (la semplificazione è stata indicata una priorità sia nel decreto Omnibus di revisione sia per la riforma post 2020), ma anche il mancato adeguamento delle strutture Agea. A pesare poi la gara ancora aperta per la gestione del sistema informatico che non consente al Sian di operare al top. Mentre la riforma dell’Agea, che il ministro Martina aveva garantito entro quest’anno, slitta al 2018.
«L’impegno Agea c’è – spiega Fabio Raccosta, direttore del Caa della Cia-Agricoltori italiani – ma non ce la possiamo fare nei tempi fissati da Bruxelles. La nuova domanda grafica, che è una vera rivoluzione copernicana, assolutamente positiva, perché consente di definire visivamente il confine dell’azienda e sposta l’asse sulla conduzione, richiede però un sistema in salute, rinnovato e performante. Ma quello attuale non è in linea». Il sistema, nonostante le assicurazioni fornite l’estate scorsa dal direttore dell’Agenzia, Gabriele Papa Pagliardini, è stato aperto solo il 15 marzo e non il 15 gennaio come promesso.
Alle difficoltà operative legate alla Pac si sommano anche i ritardi dei Piani di sviluppo rurale. «Nelle Marche, per esempio – dice il responsabile del Caa-Cia – i bandi per le misure agroambientali sono partiti solo ad aprile».
«I tempi non tornano – conferma Franco Postorino, direttore area organizzativa Confagricoltura –, costruire in alfa numerico e poi trasformare in base grafica per alcune domande è agevole, ma per altre, per esempio nel caso di conduzioni condivise, è molto complicato». Anche Postorino lamenta ritardi nella programmazione a fronte di un impegno importante del 75% di domande grafiche. Secondo il rappresentante di Confagricoltutra occorre puntare oltre che sulla proroga anche sulla semplificazione. Tra le cause dell’impasse Postorino indica, tra le altre, il rapporto stretto di Agea col catasto che genera difficoltà. La Toscana, per esempio, è avanti perché la domanda grafica è sganciata dal catasto.
Annamaria Capparelli – Il Sole 24 Ore – 30 aprile 2017