La direttiva Uccelli dell’Unione europea ha avuto un impatto positivo nel proteggere le specie di volatili più a rischio. A dirlo è uno studio condotto dalle associazioni Royal Society for Protection of Birds e BirdLife International insieme all’università inglese di Durham, pubblicato sulla rivista scientifica ‘Conservation letters’.
“Abbiamo analizzato le informazioni su tutte le specie di uccelli che nidificano nell’Unione europea. I nostri risultati confermano che le specie con il più alto livello di protezione ai sensi della direttiva Uccelli hanno più probabilità di veder crescere le popolazioni, e questi risultati sono più evidenti nei Paesi che sono membri dell’Ue da più tempo”, ha detto la Fiona Sanderson, autrice principale dello studio.
Le misure di conservazione hanno portato a un aumento delle popolazioni di specie protette come il pellicano crespo, la gru cenerina, l’aquila di mare e il gobbo rugginoso. Del pellicano crespo, vicino all’estinzione in Europa nel corso del XX secolo a causa della perdita di habitat e della collisione con le linee elettriche, oggi si contato oltre 2.500 coppie nidificanti, il quintuplo rispetto a qualche decennio fa. Di esemplari di gobbo rugginoso ce n’erano solo 22 nel 1977 per via della distruzione delle zone umide, ma attualmente la cifra è salita a oltre 2mila.
Sempre stando all’indagine, non va altrettanto bene alle specie che si caratterizzano per lunghe migrazioni invernali, né a quelle che non rientrano tra le più a protette dalla lista dell’Ue. La pittima reale, ad esempio, sta subendo un rapido declino. Nell’arco di tre generazioni la popolazione è diminuita tra il 50 e il 79% nei 27 Paesi Ue.
31 luglio 2015