«Il governatore Luca Zaia sostiene che l’introduzione della quota 100 non sia la causa della mancanza dei medici? No, il problema è la mancanza di programmazione». Così Daniele Giordano, segretario generale della Fp Cgil del Veneto. E spiega: «Nella Legge di stabilità si definisce l’obbligo di bandire concorsi per il numero esatto dei posti che si vogliono ricoprire e non sarà più possibile usare le graduatorie per gli scorrimenti. Vuol dire che se le Ulss bandiranno un concorso per un infermiere ne potranno assumere uno solo e non potranno poi più usare quella graduatoria. Così facendo si opera una centralizzazione delle assunzioni obbligando le Ulss a prevedere ciò che non può essere previsto, come chi sceglie di licenziarsi, per esempio. Il rischio è che questo sistema determini grandissimi problemi nelle assunzioni e periodi di veri e propri vuoti di personale perché sappiamo tutti i tempi che ci sono per mettere in piedi i concorsi. Riteniamo che questa operazione vada a gravare sia sui bilanci della Regione, che dovrà sostenere i costi per l’organizzazione dei concorsi, sia su tutti quei giovani, speranzosi di entrare nel nostro sistema sanitario, che pagano la tassa per accedere ai concorsi. Questa non può diventare uno strumento di finanziamento del sistema. Come Cgil riteniamo che la direzione sanità e sociale della Regione faccia bene a rendere pubblici i fabbisogni di personale della nostra regione e predisponga con urgenza le procedure concorsuali. Non possiamo che denunciare come i ritardi nelle assunzioni del nostro sistema sanitario non siano certo una nostra invenzione, ma una realtà».
IL GIORNALE DI VICENZA – Giovedì, 24 gennaio 2019