Si rischia lo sterminio di 2 milioni di animali. L’allarme delle associazioni animaliste: «Sterilizzare costerebbe di meno». La denuncia di Save the dogs: «Si specula sui rastrellamenti, uccisioni orrende»
Ora i sindaci romeni hanno licenza – per legge – di uccidere i cani randagi. Basterà avere il via libera dai propri cittadini con un referendum o un sondaggio d’opinione. E se la maggioranza sarà d’accordo, via libera agli abbattimenti. La legge che rischia di dare il via libera allo sterminio dei due milioni di cani randagi che vivono nel Paese, è stata approvata dalla Camera dei Deputati del Parlamento romeno questa settimana. La proposta, che ha avuto un iter di approvazione lungo e contestato, alla fine è passata con 168 voti favorevoli contro 111 contrari e 14 astenuti. La nuova legge non è stata ancora pubblicata sulla gazzetta ufficiale, ma a darne notizia è l’agenzia di stampa romena “Mediafax”, insieme alle associazioni animaliste presenti alla votazione. Al termine, alcuni parlamentari dell’opposizione hanno gridato «Vergogna» e «Assassini» ai colleghi di governo. I promotori della legge erano stati il Presidente Traian Basescu e il ministro del Turismo Elena Udrea.
LICENZA DI UCCIDERE – Le associazioni animaliste italiane e europee che operano in Romania parlano di uno sterminio senza precedenti. Sebbene la legge contenga anche provvedimenti positivi, come l’identificazione dei cani tramite microchip, le onlus temono che, in realtà, i comuni che decideranno di sterilizzare i cani anziché sopprimerli saranno pochissimi. Il randagismo endemico è infatti un problema sanitario gravissimo in Romania. Solo i numeri sono difficili da immaginare: oltre 2 milioni di cani randagi. Questi animali vivono a branchi, colonizzano interi quartieri o zone delle città e in campagna. Cani inselvatichiti, di cui nessuno si prende cura e che la gente considera alla stregua di animali da cortile. Per colpa di questa situazione, è raro che tra uomini e cani si stabilisca un rapporto affettivo.
ABBATTERE I CANI: COSTOSO E INUTILE – Ma le uccisioni di massa, oltre a essere costose, sono inutili, perché non eliminano la radice del problema, ovvero il fatto che questi animali sono lasciati liberi di riprodursi senza controllo. A denunciarlo è Sara Turetta, presidente e fondatrice di «Save the dogs and other animals», associazione che da 3 anni opera in varie province della Romania. I centri di «Save the Dogs»quaranta persone, tutte romene e l’associazione ha istituito una clinica veterinaria con annesso rifugio in cui vivono 400 cani, 40 gatti, 20 cavalli e 58 asinelli. «L’appalto alle agenzie che si occupano dell’uccisione dei cani nella zona di Costanza prevede un compenso di 80 euro a animale. Noi per sterilizzare i cani chiediamo invece solo 20 euro, vaccinazione compresa. Quindi oltre che immorale, ammazzare queste creature è anche costoso e inutile – denuncia Sara Turetta –. Il problema è la riproduzione incontrollata di questi animali. Noi proponiamo al governo romeno un approccio scientifico al problema, che non abbiamo elaborato noi, ma che è quello consigliato dagli studiosi di randagismo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità». Indagini hanno inoltre dimostrato che raramente le agenzie che ottengono gli appalti per la soppressione dei randagi utilizzano quei soldi in maniera legale. «Cercano di risparmiare il più possibile e quindi i cani catturati vengono stipati in canili in cui non ricevono cibo né acqua – spiega la Turetto -. Quanto al metodo per ucciderli, è ancora più crudele: a volte utilizzano un’iniezione di aria per provocare un’embolia, oppure li avvelenano con benzina e altri intrugli. E poi chiedono i soldi allo Stato per dei farmaci che non hanno mai comprato emettendo false fatture».
IL RANDAGISMO IN INDIA E ROMANIA – In India, dopo trent’anni di uccisioni, nel 2006 il governo ha vietato la soppressione dei cani randagi, optando invece per un piano di vaccinazioni su larga scala. Chi uccide un cane ora rischia l’arresto. Anche la sterilizzazione, però, non basterebbe a risolvere il problema del randagismo endemico in Romania, come in altre parti del mondo. A questa andrebbero aggiunti altri provvedimenti, come l’identificazione di tutti gli animali di proprietà con un’anagrafe canina e poi la sterilizzazione anche di tutti i cani che hanno un padrone (tranne quelli che vivono negli allevamenti). Infine, rilasciare sul territorio animali sani, che impediscano l’insediamento di altri individui malati. In questo modo, la situazione potrebbe regolarizzarsi nel giro di 10 anni.
UNA BATTAGLIA ANCHE PER LE PERSONE – Con tutti i problemi che ha la Romania, si pensi ad esempio alla tremenda povertà, all’abbandono dei minori, alle migliaia di bambini che crescono senza la propria madre, che è emigrata in Italia in cerca di lavoro, spesso le associazioni animaliste faticano a trovare appoggio nelle loro battaglie. «Il valore della vita e del diritto alla qualità di vita, la tutela dei deboli e il rispetto per le altre creature sono valori universali. Lavorare per gli animali in Romania significa lavorare per diffonderli e lo sviluppo di una cultura di questo genere non può che fare del bene alla società e non solo agli animali – afferma Sara Turetta –. Il nostro lavoro va a beneficio di tutta la comunità». Quest’anno Save The Dogs ha avviato una collaborazione con il Centro Don Orione che si occupa di bambini disabili in Romania, con il primo progetto di pet therapy con gli asinelli.
Corriere.it – 26 novembre 2011