Il 42% degli italiani ha tagliato sulle quantità acquistate: «Più di 4 su 10 mangiano gli avanzi dei giorni precedenti». «Sono ben il 24 per cento gli italiani che – comunica la Coldiretti – utilizzano il pane raffermo per la preparazione di particolari ricette che vengono spesso dalla tradizione contadina»
La crisi toglie anche il pane di bocca agli italiani: il 42 per cento ha ridotto la quantità acquistata di pane. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale emerge che solo il 37 per cento degli italiani si reca tutti i giorni dal fornaio per assicurarsi il pane artigianale, mentre il 16 vi si reca una volta ogni due giorni, il 22 per cento due volte alla settimana e l’11 appena una volta alla settimana.
«Complessivamente la spesa familiare per pane, grissini e cracker in Italia ammonta a quasi 8 miliardi di euro all’anno. Le famiglie italiane – precisa la Coldiretti – hanno speso in media 30,15 euro al mese per acquistare il bene alimentare più prezioso, che è pari ad appena il 6,4 per cento della spesa alimentare familiare risultata di circa 468 euro al mese». L’associazione degli agricoltori sottolinea che «più di quattro italiani su dieci (42 per cento) nel 2013 hanno mangiato il pane avanzato dal giorno prima e appena il 2 per cento butta il pane superfluo». Diverse sono le tecniche utilizzate per evitare quello che una volta veniva considerato un vero sacrilegio, con il 44 per cento degli italiani che lo surgela, il 43 per cento lo grattugia il 22 per cento lo dà da mangiare agli animali mentre nel 5 per cento delle famiglie il pane non avanza mai. «Sono ben il 24 per cento gli italiani che – conclude la Coldiretti – utilizzano il pane raffermo per la preparazione di particolari ricette che vengono spesso dalla tradizione contadina».
Un altro dato allarmante legato alla crisi, riguarda l’aumento delle frodi a tavola. L’analisi di Coldiretti evidenzia un incremento record del 170 per cento del valore di cibi e bevande sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate, per garantire la sicurezza alimentare. L’analisi è stata svolta sulla base dell’attività dei carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013, in riferimento al blitz dei Carabinieri di Napoli che ha portato al sequestro di nove forni e do oltre 33 quintali di pane con più di 40 persone denunciate.
Il prezzo medio del pane – sottolinea la Coldiretti – a Napoli raggiunge il minimo tra le grandi città con un valore di 2,01 euro al chilo che pari a circa la metà di quello di Venezia dove si spende 4,65 euro al chilo, mostrando però una incredibile variabilità tra le diverse città con valori che variano tra i 3,80 euro al chilo a Bologna, 2,94 a Torino, 2,74 euro al chilo a Palermo, 2,43 a Roma e 2,67 a Bari, secondo le elaborazioni sulla banca dati osservaprezzi. I carabinieri dei Nas hanno sequestrato beni e prodotti per un valore di 335,5 milioni di euro nei primi nove mesi del 2013, soprattutto con riferimento proprio alla carne (24 per cento) e a farine pane e pasta (16 per cento), anche per il diffondersi di offerte low cost che – precisa la Coldiretti – a volte nascondono frodi e adulterazioni.
La Stampa – 18 novembre 2013