Aumenta il numero delle aziende pizzicate in difetto di conformità e aumenta anche il numero di denunce penali, soprattutto per cattivo stato di conservazione degli alimenti.
Questi alcuni dati emersi dal bilancio 2011 dei controlli per la sicurezza alimentare effettuati dall’Asl di Varese e presentati ieri in via Otorino Rossi assieme al nuovo “Piano integrato della prevenzione” per l’anno 2012.
Un lavoro cui partecipano ispettori medici e veterinari che nell’arco di tutto il 2011 hanno controllato 3.688 imprese (quasi la metà del settore, che in tutto ne conta 7.851) per un totale di 6.688 ispezioni «di cui 72 audit, cioè verifiche approfondite su tutta la filiera produttiva, dall’inizio alla fine», precisa la responsabile del settore igiene degli alimenti dell’Asl di Varese, Rita Cremona.
In totale le imprese risultate non conformi sono state 1.075 soprattutto ristoranti, impianti di produzione e grande distribuzione. In pratica non rispetta sino in fondo regole e procedure una azienda su tre, il 29% di quelle controllate, confermando un trend in continuo aumento delle irregolarità, se consideriamo che nel 2009 le ditte irregolari erano il 19%, il 23% l’anno successivo.
Come a dire che in tempo di crisi si risparmia su tutto, anche sulla sicurezza dei prodotti destinati alla tavola. Tra piccole infrazioni e gravi mancanze, le non conformità sono state in tutto 2.116. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di piccole mancanze cui sono seguite delle prescrizioni da parte degli ispettori Asl che hanno però dovuto staccare anche 275 sanzioni amministrative e provvedere a 17 notizie di reato: il 30% in più rispetto alle 13 dell’anno precedente.
Di queste 11 dovute al cattivo stato di conservazione degli alimenti, quattro per presenza di germi patogeni come la listeria dei formaggi, una frode in commercio (il tipico pese congelato venduti come fresco) e un’ultima per la presenza di solfiti oltre la soglia consentita in alcuni prodotti ittici.
Di solito le denunce derivano dai controlli a sorpresa effettuati dagli ispettori dell’Asl, ma almeno una volta è stata determinante la segnalazione di un cittadino colpito da malore per quello che aveva ingerito. La prevenzione però non si limita ai prodotti destinati alla tavola, ma comprende anche un settore particolare dedicato alla lotta al randagismo: grazie al cip obbligatorio, circa il 70% dei cani catturati sono stati identificati e restituiti al proprietario e una buona percentuale affidati a nuove famiglie. In questo settore le multe valgono oltre 29 mila euro, il 23% in più rispetto al 2010.
La Provincia – 6 maggio 2012