Cinema meno pieni, ma anche più spesa al discount, aumento vendite di auto a Gpl e con meno optional, crescita dei «compro oro» e dei dentisti low cost, fino ad arrivare al forte aumento dei casi di pignoramenti immobiliari.
Cause ed effetti finiscono talvolta per mischiarsi, ma alla fine quello tratteggiato in questa inchiesta del Sole 24 Ore è l’affresco di un’Italia che fra alti e bassi sta cercando di prendere le contromisure a una crisi che va avanti ormai da cinque anni. E non si parte da una situazione di privilegio se si pensa all’aumento del 18% dei pignoramenti immobiliari, saliti nel 2011, secondo i dati Cerved, a quota 44mila. Un capitolo, quello della casa, particolarmente in tensione come dimostra l’incrocio dei dati Crif e Assofin, che segnano una diminuzione della domanda (-48% a febbraio su base annua), come dell’offerta di mutui (-58,5% su base annua, nel primo bimestre 2012). Tra chi la casa ce l’ha già c’è poi da registrare l’aumento di formule come la nuda proprietà, con offerte salite del 10% in un anno (fonte: Immobiliare.it). «Le prospettive reddituali delle famiglie – afferma Luca Dondi, responsabile Settore immobiliare di Nomisma – non sono le migliori e il sistema bancario, finora impegnato a riconoscere moratorie (70mila attualmente secondo l’Abi, ndr), non potrà rimandare sine die il momento in cui dovrà chiedere conto di prestiti e mutui».
Certo è che, al momento, sulle tasche degli italiani pesa anche un’inflazione che ha trasformato il +2,1% di reddito disponibile in una flessione dello 0,5% del potere d’acquisto. E così non è difficile immaginare italiani alle prese con difficoltà allo sportello (+16,2% le sofferenze delle famiglie consumatrici a febbraio, dato Bankitalia), ma anche con idee e formule per sbarcare il lunario (i «compro oro» saliti a quota 28mila e raddoppiati nell’ultimo biennio) o cercare di cambiare vita (gratta e vinci, newslot e videolotterie hanno incassato nel 2011 il 55% in più rispetto all’anno prima).
Allo stesso modo basta andare in supermercati e centri commerciali per vedere quanto la situazione sia cambiata. L’elettronica di consumo ha pagato dazio: le vendite 2011, pari a 18,7 miliardi (-8,7%), sono state inferiori a quelle del 2008. Il trend pare destinato a continuare nel 2012 alla luce delle previsioni (-2,3%) di Assinform. Inoltre resta al minimo, evidenziano i dati Nielsen, la spesa media annua per famiglia dei prodotti di largo consumo e i freschi confezionati: da un triennio è ferma a 4.460 euro l’anno. Il risparmio si cerca al discount, dove lo scontrino medio vede un aumento del 9 per cento. «A crescere – spiega Andrea Cinosi, presidente di Assolowcost – è la spesa low cost, con i generi alimentari del discount o a marca privata, lo shopping negli outlet, il ricorso ai servizi online, dalle assicurazioni ai prodotti finanziari e i viaggi. Nel 2011 c’è stata una crescita superiore al 5%».
Di certo, tra le prime voci sacrificate alla quadratura del bilancio domestico c’è l’auto. Per ora si cerca di tenerla in efficienza il più possibile: +2,4% nel secondo trimestre 2011 il fatturato del settore autoriparazione. A marzo le immatricolazioni sono state “solo” 138mila, al livello del marzo 1980. Ed è anche significativo l’aumento dei mezzi pubblici. A Milano, per esempio, a febbraio l’Atm ha visto l’incremento annuo del 33% sugli abbonamenti mensili e del 20% sugli annuali. Del resto anche il caro-benzina si fa sentire, facendo calare il numero dei pendolari che usano l’auto per raggiungere il capoluogo lombardo: Trenord, la società che gestisce il trasporto pubblico ferroviario nell’Alto milanese, in marzo ha registrato un +7% annuo dei passeggeri.
Anche salute e tempo libero non sono rimaste immuni alle difficoltà. Sul primo fronte un indice è rappresentato dalla crescita delle prestazioni a “basso costo”: sempre secondo Assolowcost il valore della sanità a prezzi “solidali” è arrivato a 10 miliardi di euro, con un tasso di incremento annuo previsto superiore al 20 per cento. Del resto il risparmio promesso da questi professionisti parte dal 30%, ma può arrivare anche al 60 per cento. A soffrire di più sono i dentisti: per i ricavi 2011 si prevede un calo del 46% (in base a stime Andi, l’associazione di categoria), ma già nel 2010 le visite erano diminute (di circa 2,5 milioni, ossia il 4%), così come la domanda di ortodonzia (-55%) e di protesi (-81%).
Nel capitolo svaghi e cultura, catalogabili tra i consumi comprimibili, viaggi e pernottamenti sono calati di oltre il 15% annuo nel 2011 (dati Istat), mentre le sale cinematografiche (Osservatorio Siae) hanno staccato il 4% di biglietti in meno nel primo semestre 2011 (per un totale di 60,4 milioni). In calo (5,4%) anche la spesa per andare a vedere «la partita di pallone», così come gli introiti complessivi generati dagli eventi sportivi (-15% a 612,4 milioni). Spettacoli e sport hanno generato comunque la ragguardevole cifra di 1,6 miliardi di euro: il calo del 3,8% è dovuto più che altro alla contrazione dei servizi accessori, dal guardaroba alla ristorazione. E proprio sull’alimentazione gli italiani hanno tirato maggiormente il freno, se è vero che (fonte Censis-Confcommercio) tre italiani su quattro hanno ridotto pranzi e cene fuori casa.
ilsole24ore.com – 23 aprile 2012