L’Europa non è ancora pronta ad abbandonare la sperimentazione sugli animali a fini scientifici, ma Bruxelles sta lavorando in questa direzione. Questo il succo della risposta della Commissione europea all’iniziativa popolare “Stop vivisezione”, sottoscritta da oltre un milione di cittadini, più della metà in Italia. “Per il momento, la sperimentazione animale continua ad essere importante per tutelare la salute umana e animale e l’integrità dell’ambiente” risponde la Commissione europea alla petizione che chiedeva di bandirla dall’Unione europea entro il 2020. L’iniziativa dei cittadini “Stop Vivisection” era stata presentata alla Commissione il 3 marzo di quest’anno con 1,17 milioni di firme. La risposta è arrivata ieri. La Commissione europea “condivide pienamente nel merito l’iniziativa dei cittadini, ossia l’abolizione graduale della sperimentazione sugli animali in Europa, ma non condivide l’approccio proposto per raggiungere questo obiettivo”.
L’iniziativa dei cittadini chiede l’abrogazione della direttiva 2010/63/UE e l’adozione di un nuovo quadro legislativo che abolisca completamente gli esperimenti sugli animali entro il 2020. Nella sua comunicazione, la Commissione “accoglie con favore la mobilitazione dei cittadini europei a sostegno del benessere degli animali” ma allo stesso tempo afferma di non voler presentare una proposta di abrogazione della direttiva. “L’iniziativa dei cittadini ha offerto l’opportunità di esaminare in modo critico quali sforzi in più l’UE debba compiere per prescindere dall’uso degli animali nella ricerca e nella sperimentazione”, si legge nella risposta della Commissione; questa però “sottolinea che, per il momento, la sperimentazione animale continua ad essere importante per tutelare la salute umana e animale e l’integrità dell’ambiente. Mentre ci si adopera per sostituire completamente gli animali con altri metodi, che è l’obiettivo di fondo della direttiva 2010/63/UE, quest’ultima è uno strumento indispensabile a livello dell’UE per tutelare gli animali ancora necessari”. La Commissione “non intende pertanto presentare una proposta di abrogazione della direttiva 2010/63/UE né proporre l’adozione di un nuovo quadro legislativo”. Allo stesso tempo, prosegue la comunicazione, “riconoscendo pienamente la necessità di vedere realizzati ulteriori progressi scientifici prima che si possano trovare alternative per tutti i settori in cui ancora è praticata la sperimentazione, la Commissione intende continuare a promuovere lo sviluppo e l’attuazione di metodi alternativi, favorire la cooperazione e la condivisione delle conoscenze intersettoriali, convalidare i nuovi metodi e facilitarne il riconoscimento legale”.
Nella comunicazione adottata la Commissione conferma dunque di essere convinta, al pari dei cittadini che hanno sottoscritto l’iniziativa, che occorra gradualmente abolire la sperimentazione animale, ma “osserva – informa Bruxelles – che questo è l’obiettivo principale della normativa dell’UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (Direttiva 2010/63/UE), che l’iniziativa chiede di abrogare; la Commissione considera invece la direttiva lo strumento legislativo giusto per realizzare gli obiettivi perseguiti dall’iniziativa e non ne proporrà quindi l’abrogazione”. Di fatto per l’Europa la sperimentazione animale è ancora necessaria. Prosegue Bruxelles: “Nell’ultimo decennio il progresso tecnologico ha rivoluzionato la ricerca biomedica e ha permesso di compiere grandi passi avanti nello sviluppo di metodi alternativi: grazie alle prove su colture cellulari e tissutali e agli strumenti computazionali, ad esempio, è possibile ridurre le prove sugli animali. Molti processi ed effetti fisiologici e tossicologici sono però troppo complessi per le attuali conoscenze e non si riescono ancora a studiare o valutare con metodi alternativi ai modelli animali, che continuano quindi ad essere necessari per far avanzare la ricerca e salvaguardare la salute umana, animale e dell’ambiente”.
Commenta Jyrki Katainen, Vicepresidente responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività: “L’iniziativa dei cittadini «Stop Vivisection» giunge in un momento di transizione, in cui grazie ai grandi progressi tecnologici l’Europa sta riducendo l’uso della sperimentazione animale; i tempi però non sono ancora maturi per vietarla totalmente e si correrebbe il rischio di far migrare la ricerca biomedica fuori dai nostri confini.” A sua volta aggiunge Karmenu Vella, Commissario responsabile per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca: “Il fine ultimo della legislazione dell’UE è l’abolizione graduale della sperimentazione sugli animali. In risposta all’iniziativa dei cittadini, la Commissione europea sta intraprendendo una serie di azioni per far sì che l’uso di metodi alternativi trovi rapida diffusione.»
Help consumatori – 4 giugno 2015