La Commissione straordinaria d’inchiesta sui Pfas del Consiglio regionale ha “partorito” la relazione finale. Di parto si tratta visto che sono passati più di sette mesi da quando era stata annunciata. Tant’è che il gruppo di lavoro ristretto capitanato da Manuel Brusco (M5s) è stato sciolto, perché aveva esaurito il suo tempo di attività e il mandato. Ma si è anche ricostituito per approvare ieri il documento. DOSSIER. Si tratta di un faldone di quasi 500 pagine che dovrà ora essere approvato in Consiglio il 31 luglio insieme ad una risoluzione. Ed è stato un “parto” anche il momento di licenziamento della relazione visto che su 9 consiglieri erano presenti 5 e 2 di questi hanno votato contro. Sono la vicentina Cristina Guarda (Amp) e il trevigiano Andrea Zanoni (Pd): «Non potevamo fare diversamente. Quella relazione è una testimonianza “storica”, non attuale tanto è vero che nel frattempo è emerso il caso GenX che non è neppure citato. Eppure, nella legge di costituzione della commissione si dettano i tempi di consegna della relazione: 10 giorni dal termine dell’attività della commissione stessa. È la conferma che sul tema questa maggioranza non ha messo la giusta attenzione. Il report è sicuramente un documento importante, ma privo di una qualsiasi conclusione politica e di obiettivi. E manca di una relazione che valuti la situazione nel suo complesso». I PUNTI. Tanti i punti delicati che si affrontano nei diversi capitoli del faldone che riporta anche le audizioni. Come quella con i rappresentanti dei lavoratori della Miteni, i maggiormente contaminati dai Pfas, che denunciano come si siano sentiti «lasciati soli. Noi non siamo complici di chi ha prodotto queste sostanze, siamo le prime vittime». O quella del direttore regionale dell’area sanità, Domenico Mantoan: «Queste sostanze – ha dichiarato – per fortuna, non sono cancerogene a livello 2, nel lunghissimo periodo, ma sono un interferente endocrino: i dati sulla mortalità e sull’incidenza delle patologie della popolazione esposta dimostrano un 20% in più di decessi per le malattie cardiovascolari» rispetto ai non contaminati. In Commissione sono stati ricevuti i vertici dell’azienda che dichiaravano di non sapere nulla dell’inquinamento nel momento in cui hanno acquisito dalla Mitsubishi: «Noi in stabilimento la relazione con quei dati non l’avevamo. Sono stati ritrovati nella sede milanese». Ritrovamento effettuato dai carabinieri del Noe. LA RISOLUZIONE. Il Consiglio sarà ora chiamato a votare una risoluzione che impegna la Giunta a chiedere al Governo di fissare limiti sui Pfas restrittivi. Brusco annuncia poi che metterà al voto anche la proposta di spostamento dello stabilimento di produzione di Pfas Miteni
Il Giornale di Vicenza 20 luglio 2018